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Sara Simeoni insegna come si salta a Yuri Chechi e fa la capriola in diretta | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-03

Una campionessa è per sempre: l’impedirbile scena di Sara Simeoni che non resiste e con i tacchi fa la capriola in diretta tv

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Sara Simeoni e Yuri Chechi, nei salotti della Rai ex ginnasti si dilettano nel ricordare i bei tempi andati. E’ l’effetto Gimbo e Jacobs, è l’effetto Olimpiadi. E, probabilmente, è l’effetto Oro. Il 2021 dello sport italiano ha inebriato tutti. Dal calcio, al tennis passando per alcuni ori olimpici fuori da ogni aspettativa, tutti sulle note del successo eccezionale agli Eurovision dei Maneskin. Forse è anche grazie a questo gran suonare di festa che ieri abbiamo potuto vedere su Rai Sport lo show di  Simeoni e Chechi.

E’ bastato un materasso da atterraggio, qualche video sul maxi schermo e una conduttrice che desse loro il via perché le carte d’identità si stracciassero autonomamente

Sara Simeoni insegna come si salta a Yuri Chechi e fa la capriola in diretta. Due pezzi della storia sportiva italiana

Lei, Sara Simeoni, di anni ne ha 68. E ieri, all’amico Yuri Chechi ha spiegato qualcosa che nella vita ha saputo senza dubbio fare molto bene. Nella sua storia di atleta ci è entrata a gamba tesa la politica. Il suo unico oro nel salto in alto ai giochi Olimpici è quello di Mosca, 1980. In una delle edizioni più iconiche della storia olimpica. Quell’anno l’Italia non partecipò alla competizione dei cinque cerchi, fu il CONI a prendervi parte. Sia pure per motivi differenti, è la stessa cosa che è accaduta quest’anno all Russia sulle cui divise c’è scritto ROC. Raccontò nei giorni successivi “A Mosca sul podio senza inno ho canticchiato De Gregori”. Furono i giochi del primato di Mennea, del dito verso l’alto e della guerra fredda tra Usa e Urss dopo l’avanzata sovietica in Afghanistan. Lui, invece, è Yuri Chechi. Il signore degli anelli, indicusso mattatore della specialità per tutti gli anni 90. Due volte medagliato ai giochi, con un oro ad Atlanta nel 1996 e un bronzo ad Atene nel 2004. Alla sua ultima apparizione come figura di punta di una delegazione che comprendeva dei giovanissimi Montano, Pellegrini e Ferrari.

 

 

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