Salvini: «Ho stuprato Valentina Nappi? Ho un alibi….»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-18

La risposta ironica del segretario della Lega alla provocazione lanciata dalla pornostar

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“Ho stuprato Valentina Nappi? Ho un alibi, quel giorno ero con Saviano”. Come riporta l’Adn Kronos, ha risposto così Matteo Salvini a un giornalista che, nel corso della conferenza stampa al termine dell’incontro con il sindaco di Afragola, gli ha chiesto un commento a quanto dichiarato dall’attrice porno Valentina Nappi.

Salvini: «Ho stuprato Valentina Nappi? Ho un alibi….»

Il 14 gennaio scorso Valentina Nappi ha scritto un post su Instagram naturalmente provocatorio e metaforico in cui annunciava di essere stata stuprata (metaforicamente) da Salvini, attraverso la rivalutazione, da parte del ministro dell’Interno, di una «cultura di sapore fascista»:

Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia. Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi ‘sani’ valori identitari nazionali tradizionali. Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista. Ed è uno stupro culturale di proporzioni immani.

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La questione dell’immigrazione, al di là dei complessi aspetti pratici su cui non intendo dilungarmi (la mia opinione è che una gestione razionale dei flussi migratori è — e soprattutto sarà — necessaria), è una questione culturale. Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare.

Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un’identità culturale che affondi le proprie radici nell’Illuminismo e nel marxismo più illuminato, e che sviluppi queste ultime all’altezza della modernità contemporanea. Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado.

Valentina Nappi ha preso spesso posizione su questioni politiche, a partire dalle lezioni sul marxismo fino allo squirting (intellettuale) su Diego Fusaro passando per le “copertine” di Famiglia Pastafariana.

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