Come Salvini tenta di buttarla in caciara sui camici di Regione Lombardia e l’indagine su Attilio Fontana

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-07-25

Matteo Salvini deve essere davvero terrorizzato dall’inchiesta sui camici in Lombardia in cui è indagato il presidente della Regione Attilio Fontana: altrimenti non pubblicherebbe tweet completamente insensati come questo qui sotto, che tentano (inutilmente) di buttarla in caciara, come si dice a Oxford, sulla vicenda: Attilio Fontana ”indagato” perché un’azienda ha regalato migliaia di camici …

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Matteo Salvini deve essere davvero terrorizzato dall’inchiesta sui camici in Lombardia in cui è indagato il presidente della Regione Attilio Fontana: altrimenti non pubblicherebbe tweet completamente insensati come questo qui sotto, che tentano (inutilmente) di buttarla in caciara, come si dice a Oxford, sulla vicenda:

Attilio Fontana ”indagato” perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e “alla Palamara”, non se ne può più.

salvini attilio fontana

Come è infatti chiaro a tutti tranne che al segretario della Lega, “un’azienda” (e precisamente la Dama SPA, di proprietà del cognato e della moglie di Fontana) ha “regalato” camici soltanto dopo che è trapelata la notizia che li aveva venduti. Quindi, in effetti, pare normale che la procura indaghi su questo curioso tipo di solidarietà differita. In più, proprio perché i morti della Lombardia “meritano rispetto”, c’è bisogno di capire dove siano finiti un terzo di quei camici che dovevano essere consegnati ma che poi, secondo le cronache, proprio quell’azienda ha tentato di vendere altrove. Sarebbe anche giusto che il presidente di Regione Lombardia, titolare di un conto in Svizzera frutto di voluntary disclosure dove si trova la miseria di cinque diconsi cinque milioni di euro, spiegasse perché ha tentato di bonificare proprio a Dama SPA “250.000 euro: cioè gran parte del mancato profitto al quale il cognato l’indomani sarebbe andato incontro facendo il 20 maggio, in una mail alla centrale acquisti regionale Aria spa diretta dall’ex Gdf Filippo Bongiovanni, l’unilaterale bel gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici, e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati”, come ha scritto stamattina il Corriere della Sera. Quando Salvini avrà finito di menare il Palamara per l’aia, con comodo potrà chiedere spiegazioni al suo presidente e fornirle. Sempre che non sia troppa fatica. Nel frattempo dovrebbe smetterla di insultare e umiliare la magistratura italiana con frescacce, visto che è a processo per vilipendio per la storia di Rimborsopoli e di suo “fratello” Edoardo Rixi. Qui tra fratelli e cognati la Lega sembra proprio una grande famiglia, nevvero?

Leggi anche: Attilio Fontana indagato per i camici e la storia del conto in Svizzera e del bonifico bloccato

 

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