La Roma Semplice dove per avere la carta d'identità servono mesi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-05

A maggio l’assessora Marzano aveva promesso che i problemi e i ritardi per i rinnovi del documento d’identità sarebbero stati risolti. L’anno nuovo inizia invece con una brutta notizia per i romani: per rinnovare la carta d’identità serve almeno un mese (se va bene)

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Prosegue senza pace l’odissea dei romani che devono rinnovare la carta d’identità. Dal mese di novembre 2016 i Municipi di Roma Capitale rilasciano la nuova carta d’identità elettronica (CIE) che andrà gradualmente a sostituire il vecchio documento in formato cartaceo. Per poter fare il rinnovo e accedere a tutti i servizi anagrafici il cittadino deve servirsi dell’app per smartphone “TuPassi” che consente di prenotare online l’appuntamento con l’ufficio. Per chi non ha la possibilità di installare l’applicazione è possibile effettuare la prenotazione su uno dei “totem” collocati nei municipi.

L’odissea dei romani per il rinnovo della carta d’identità

Se avrà fortuna l’appuntamento sarà per il giorno stesso, un po’ come accadeva prima dell’introduzione della CIE quando bastava recarsi all’Ufficio Anagrafe. Altrimenti dovrà tornare il giorno indicato. Per tutti – utilizzatori della App e utenti che prenotano tramite i totem – una volta effettuata la prenotazione iniziano i problemi. Perché a quanto pare le liste d’attesa per poter fare il rinnovo della carta d’identità sono molto lunghe e quindi può capitare di trovare spazio per l’appuntamento anche dopo diversi mesi. Il problema, denunciato oggi dal Messaggero, non è nuovo.
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Oggi in certi municipi per poter rinnovare il documento bisogna aspettare anche quattro mesi (ovvero aprile). Ma già a maggio 2017 Roma Today raccontava l’odissea dei cittadini che cercano di ottenere la carta d’identità elettronica. La società che gestisce il servizio TuPassi è sommersa da recensioni negative e spiega agli utenti che i problemi “riguardano il comune di Roma” e sono dovuti “ai pochi posti che ha messo a disposizione dei cittadini per il rinnovo della Carta d’Identità elettronica”. Non è il sistema che non funziona, sono gli uffici del Comune che non sono stati “semplificati”.

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Le recensioni di alcuni cittadini alle prese che i ritardi della PA romana

All’epoca il tempo di attesa era intorno ai tre mesi e l’assessora a Roma Semplice Flavia Marzano dichiarò che sarebbe stato presto risolto. La Marzano all’epoca aveva promesso di risolvere al più presto la questione dei lunghi tempi d’attesa: «Siamo attualmente a lavoro per una revisione dell’organizzazione interna dei servizi anagrafici al fine di un necessario adeguamento al servizio di rilascio della carta di identità elettronica, avviato alla fine del 2016. È in corso, infine, un’analisi dei problemi tecnici legati ai sistemi nazionali e alla connessione con il sistema centrale del Ministero dell’Interno». La situazione però è rimasta invariata e come scrive Alessia Marani sul Messaggero, mediamente l’attesa è di un mese.

Le promesse e i successi digitali di Flavia Marzano

Qualcuno ha iniziato quindi a chiedersi cosa stia facendo l’assessora Marzano. In un recente tweet l’assessora esperta di tecnologia e di computer ha pubblicato la lista dei successi del suo primo anno e mezzo al servizio della Capitale. Si legge ad esempio che «Roma è il Comune con il maggior numero di servizi online» e che la Capitale ha aderito a dicembre 2016, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza normativa, a SPID, che consente ai cittadini di fruire dei servizi online del Comune e delle principali pubbliche amministrazioni.
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Inoltre dall’autunno 2016 – scrive Flavia Marzano –  «tutti i Municipi rilasciano la Carta di Identità Elettronica nell’ambito del programma del Ministero dell’Interno e sono in corso attività necessarie al miglioramento del servizio». Un aspetto su quale la tanto decantata “semplificazione dei processi amministrativi” non funziona a dovere. E ci si chiede se una città che non riesce nemmeno a rinnovare le carte d’identità dei propri cittadini possa aspirare ad essere “protagonista sui temi del digitale e dell’innovazione” come vorrebbe l’assessora.

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