Il conflittuccio d’interessi del commissario nominato da Toninelli

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-20

Roberto Ferrazza aveva firmato un documento in cui approvava l’intervento di Autostrade ma segnalava anche l’ammaloramento degli stralli

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“È vero, sono il soggetto che ha esaminato” insieme “ad altri quattro relatori, il progetto esecutivo di Autostrade per l’Italia. Il fatto d’essere oggi a capo della commissione ispettiva credo sia conseguenza del mio incarico di provveditore delle opere pubbliche. Se questo non fornisce garanzie necessarie sono pronto a fare un passo indietro. Voglio ricordare però che la commissione ispettiva non ha nulla a che vedere con la Procura. I magistrati hanno i loro periti e noi non siamo lì per interferire o sbianchettare qualche documento”. In questa dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa ANSA di Roberto Ferrazza, che è capo della commissione del ministero delle Infrastrutture sul crollo del ponte Morandi a Genova c’è l’ammissione della veridicità di quanto scritto ieri da l’Espresso.

Il conflittuccio d’interessi del commissario nominato da Toninelli

Il settimanale ha raccontato di una relazione del febbraio 2018 con cui il ministero si pronuncia sui lavori previsti, firmata tra gli altri proprio da Ferrazza e Antonio Brencich (che oggi fanno parte della commissione d’indagine). Si legge: “I risultati delle prove riflettometriche hanno evidenziato un lento trend di degrado dei cavi costituenti gli stralli (riduzione d’area totale dei cavi del 10-20%) e proprio per tale considerazione Autostrade ha ritenuto avviare una progettazione finalizzata al rinforzo degli stralli delle pile 9 e 10”. Ancora: “Le indagini sono state estese agli altri elementi strutturali che hanno evidenziato quadri fessurativi (lesioni) più o meno estesi, presenza di umidità, fenomeni di distacchi, dilavamenti, ossidazione… sulla base delle indagini svolte la società progettista ha cautelativamente stimato un grado di ammaloramento medio oscillante dal 10 al 20%”.

crollo ponte morandi viadotto polcevera genova
La ricostruzione del crollo di Genova (La Repubblica, 15 agosto 2018)

Sia Ferrazza che Brencich hanno firmato il verbale in cui dichiarano che il progetto di Autostrade «appare ben redatto e completo in ogni dettaglio. Lo stesso risulta studiato in modo metodologicamente ineccepibile». Sia Brencich che Ferrazza, però, muovono delle critiche. Brencich, in particolare, era netto: «Si rilevano alcuni aspetti discutibili per quanto riguarda la stima della resistenza del calcestruzzo». Contesta i metodi utilizzati, i margini di errore altissimi, le tecniche utilizzate ormai abbandonate dal contesto scientifico. Ma in attesa di partire con il progetto, Autostrade può tirare dritto visto che specifica che «il ponte è in sicurezza fino ad una riduzione dell’area totale dei cavi del 50  per cento».

La relazione di Ferrazza sul Ponte Morandi

Sempre all’agenzia di stampa ANSA Ferrazza ha spiegato il senso di quanto affermato nel verbale a proposito del 20% di ammaloramento degli stralli: “Se una persona ha un deficit motorio del 20% non è detto necessariamente che non cammini più. Ma può bastare una stampella per aiutarla a farlo con regolarità”. Ferrazza premette che “non ho mai firmato alcuna relazione che sottolineasse questa criticità e sfido chiunque a dimostrarlo. È un punto cruciale” e, precisa, “pretendo che i passaggi della vicenda siano chiari. A ottobre 2017 il Politecnico di Milano presenta una relazione, su richiesta di Autostrade, in cui dopo aver seguito una serie di sollecitazioni esterne evidenzia lo stato degli stralli. La società a dicembre prepara il progetto esecutivo che viene inviato a Roma. Lo studio è rimandato dal Ministero al Provveditorato della Liguria per l’approvazione. È a quel punto che io e altri 4 relatori diamo un parere sostanzialmente favorevole. E sempre in quel frangente, dopo l’iter di autorizzazioni, Autostrade bandisce la gara e a ottobre 2018 dovevano cominciare i lavori”.

roberto ferrazza ministero infrastrutture trasporti

Ferrazza però dice di non sentirsi in conflitto d’interessi: “Ho ricevuto una nomina in Commissione dalla mia amministrazione. Sto svolgendo questo lavoro. Oggi dovrei essere in cantiere. Non vedo conflitto di interessi. C’è forse più ricerca del clamore che la sostanza giuridica. In base al codice degli appalti noi siamo tenuti a dare quel parere e credo che la commissione esaminatrice sia stata molto scrupolosa. Lo abbiamo trasmesso tempestivamente a Roma. Questo avveniva 5 mesi fa. Sono ancora il provveditore in carica”.

Leggi sull’argomento: I lavori in corso hanno fatto crollare il Ponte Morandi?

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