Il senso di Roberta Lombardi per la mammografia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-01

Roberta Lombardi ieri ha “aperto” alle mammografie. Ha sconfessato la linea del partito e di Beppe Grillo? L’ansia da prestazione l’ha tradita e ha dimenticato di citare i meriti dell’attuale amministrazione regionale nella lotta contro il tumore al seno

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Roberta Lombardi, deputata M5S e candidata alla Presidenza della Regione Lazio alle prossime amministrative, ieri ha partecipato ad un convegno sul carcinoma alla mammella, svoltosi presso il dipartimento Pietro Valdoni del Policlinico Umberto I. Con l’occasione la Lombardi ha ribadito la necessità “una adeguata prevenzione associata alla diagnosi precoce” per prevenire l’insorgenza del tumore alla mammella. Questa è una notizia importante, perché non molto tempo fa il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle la pensava in maniera opposta sulle mammografie.

Roberta Lombardi parla di mammografie ma “dimentica” i dati del Lazio

Prima che qualcuno ci venga a dire che “è una sciocchezza” dire che il M5S è stato contro le mammografie è bene quindi ribadire la storia del tormentato rapporto del partito di Grillo con una tecnica diagnostica che ha la capacità di individuare l’insorgenza del carcinoma mammario molto prima che questo si manifesti. L’alternativa del resto sarebbe non fare nulla e aspettare.Due anni fa Grillo ci spiegava che la mammografia non serve a nulla. Il comico aveva anche individuato il movente economico: Veronesi prendeva le mazzette dalle ditte che producono le macchine per le mammografie. Sul blog parlava dei pericoli della sovradiagnosi spiegando che in realtà è la diagnosi a creare i malati perché le case farmaceutiche ci vogliono tutti malati cronici in modo da costringerci a curarci e ad acquistare le loro medicine. Un concetto ribadito anche dalla deputata Tiziana Ciprini.
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Nel programma di governo con cui il MoVimento si è presentato alle urne nel 2013 – quello con cui è stata eletta Roberta Lombardi è scritto si parla chiaramente della necessità di: «Informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali».
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Secondo la Lombardi inoltre in Lazio “la messa in rete degli ospedali fatica a realizzarsi” ed è fondamentale che la “Regione acceleri nell’attivazione e nell’implementazione delle reti oncologiche”. In realtà la Regione Lazio ha istituito nel 2015 la creazione una rete oncologica dedicati alla prevenzione del tumore al seno articolata su 39 centri di screening, 36 strutture di diagnostica clinica e 15 centri di senologia dove vengono effettuati gli interventi chirurgici e di ricostruzione. Ad inizio di ottobre di quest’anno la Regione faceva sapere che la percentuale di mammografie effettuate negli ultimi 3 anni è aumentata del 40%. Quella dei tumori alla mammella scoperti e operati negli ultimi 3 anni è salita del 68%.  Grazie alla campagna di screening e all’accesso diretto (ovvero senza liste d’attesa) nel 2016 il servizio sanitario regionale ha effettuato 142.039 mammografie di screening a donne in età target. E ciò ha significato che nel 2016 a quasi mille donne hanno scoperto di avere un tumore alla mammella e quindi sono state prese in carico dalle strutture regionali di riferimento.

Il senso del M5S per la prevenzione e le medicine alternative

C’è da capire quanto la posizione della Lombardi, innovativa nel M5S, sia da considerarsi ortodossa o sia invece una deviazione dalla linea del partito. Nel nuovo programma Salute votato su Rousseau si parla sì di prevenzione ma non si fa cenno alle mammografie. La posizione ufficiale quindi non è nota, e questo potrebbe lasciare alla Lombardi un certo margine di manovra. Non si può invece non notare una certa confusione del M5S sul tema della prevenzione. Ad esempio nel Libro Bianco a 5 Stelle per la sanità regionale elaborato dal gruppo consiliare in Regione Lazio al capitolo prevenzione si parla sì di mammografie ma viene dato molto risalto anche alle “analisi pre-vaccinali per identificazione di casistiche a rischio danno” che sappiamo essere completamente inutili.

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Riconoscimento dell’Omeopatia a livello regionale [Fonte]
Sempre in Lazio il M5S ha in progetto lo sviluppo di un quadro legislativo completo per il riconoscimento regionale dell’omeopatia. Non serve ricordare come l’omeopatia non serva a nulla e come ci siano numerosi casi di pazienti oncologici che si sono affidati a medici omeopati per la cura dei tumori con il metodo dell’acqua fresca. Da un lato il M5S chiede maggiori investimenti in prevenzione dall’altro si fa promotore dell’ingresso nel sistema sanitario regionale di metodologie completamente a-scientifiche come le terapie omeopatiche.
 
 
 
 

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