Riflessioni sul lockdown

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-08-03

Sto uscendo lentamente dall’atmosfera del lockdown. Dopo 4 mesi mi rendo conto che sono e siamo cambiati. Siamo stati costretti a stare fermi a casa, siamo stati costretti a pensare invece che a vivere “inconsapevolmente” una vita frenetica e nello stesso tempo priva di veri stimoli. Siamo stati a casa e abbiamo vissuto in modo …

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Sto uscendo lentamente dall’atmosfera del lockdown. Dopo 4 mesi mi rendo conto che sono e siamo cambiati. Siamo stati costretti a stare fermi a casa, siamo stati costretti a pensare invece che a vivere “inconsapevolmente” una vita frenetica e nello stesso tempo priva di veri stimoli. Siamo stati a casa e abbiamo vissuto in modo nuovo il condividere la vita con il nostro coniuge e i nostri figli. La vita precedente, quella pre-Covid, aveva reso routine un rapporto di coppia, il lockdown l’ha riportato nella giusta (?) dimensione. Stavo riflettendo che il lockdown tutto sommato non è servito tanto a fronteggiare il contagio: se avessimo evitato il lockdown, il covid avrebbe colpito un po’ più duramente (come in Svezia) ma avremmo evitato il disastro economico e le numerosissime morti attribuibili al fatto che è totalmente mancata la prevenzione verso altre malattie. E’ servito invece moltissimo come esperimento sociale: ci ha cambiati e ci fatto riflettere. Mi ha fatto riflettere su di me. Prima del Covid, tendevo ad assumere una fase “tonda”. Ero talmente grasso che ho squarciato con il mio grasso debordante una camicia (tipo Hulk). Avevo raggiunto i 100 kg.. Adesso, grazie alla pausa del covid, dedico un po’ di tempo a me stesso, alla forma fisica. Son sempre grasso ed obeso, ma son passato da essere schifosamente grasso come un ippopotamo ad essere semplicemente grasso come un tricheco.

interviste imbruttite gallipoli coronavirus

Il lockdown mi ha sorpreso a Levanto, piccolo paesino di mare zona 5terre. All’inizio mi son sentito come il protagonista di una serie della mia gioventù, il Prigioniero. Abituato a Firenze, a viaggiare, a prendere l’aereo, improvvisamente bloccato in un paesino dove tutti si conoscono.. poi mi sono abituato all’atmosfera. Ho iniziato a vivere un periodo dove lavoro e vacanza si confondono e si mescolano senza soluzione di continuità. Credo che il lavoro futuro sarà così: i robot e l’intelligenza artificiale soppianteranno l’uomo nelle attività più faticose e ripetitive. Rimarranno solo i lavori creativi, che si possono fare da casa e che sono avvertiti quasi come un hobby. In un futuro un lavoro come il mio, che uno farebbe perfino gratis perché gli piace (ma non ditelo al Ministro!), sarà la regola e non un’eccezione come adesso. Questo stato fuori dal tempo di vacanza lavorativa o di lavoro vacanziero, mi ha fatto riflettere che fra 10 anni andrò in pensione (forse, perché credo che la vita pensionistica dovrà essere allungata). Ho capito che devo allargare gli orizzonti, devo cercare nuove sfide, devo avere il coraggio di cambiare. Ho deciso di impegnarmi nel sociale: voglio combattere contro i mulini a vento per combattere i luoghi comuni, il grande male della società che mi circonda: liberarla dai pregiudizi e dagli stereotipi.

bolsonaro positivo coronavirus 1

Questa sensazione non riguarda solo la situazione italiana. Credo che la società civile, almeno nei paesi democratici, stia vivendo un momento difficile. C’è il rischio concreto che il sentimento fascista che è in ciascuno di noi stia prendendo il sopravvento. Non parlo solo del successo dei movimenti d’ispirazione nazi-fascista o di leader populisti come Bolsonaro e Trump. Sto parlando di qualcosa che va al di là delle classiche divisioni destra e sinistra. Ad esempio, vedendo Facebook ed altri social, vedo un fascismo debordante indipendentemente dal partito politico di appartenenza. Come tanti piccoli ducetti si afferma senza il minimo dubbio che se uno osa contraddirci è sicuramente un imbecille e un fascista. Questo impedisce il nascere di qualunque dibattito politico che è invece la base di ogni sistema democratico. Ad esempio il prolungamento dello stato d’emergenza personalmente lo vedo molto pericoloso. Non tanto adesso. Conte non è ancora pronto per diventare il Dittatore dello Stato Libero di Bananas (almeno per adesso), ma in prospettiva. Se 300 ospedalizzati e 9 persone in Terapie Intensive sono sufficienti per dichiarare lo stato di emergenza adesso, lo possono essere anche in futuro, quando il primo ministro potrebbe invece avere ispirazioni peroniste. E se lo hai permesso a Conte come fai a negarlo all’aspirante Peron? Trovo pericoloso anche la secretazione dei documenti del CTS. Ad esempio vorrei sapere su quale base sia stata scelta come App Immuni e su che base fossero stati previsti 150 mila persone ricoverate in terapia intensiva agli inizi di Giugno. Limitare la libertà di 60 milioni di italiani è perfino più grave della Strage di Bologna (che ricorreva ieri) o dell’abbattimento dell’Itavia. Non può essere opposto il segreto di stato su queste vicende. O quanto meno deve essere convincentemente motivato. Altrimenti il cittadino finirà per perdere la fiducia verso le istituzioni. Inoltre i 200 miliardi dei recovery funds devono essere gestiti coralmente, non possono essere gestiti solo dalla maggioranza tramite comitati di esperti più o meno fasulli… Tutti i CTS, fino ad adesso, hanno miseramente fallito.. Eppure se uno prova a dire questo su Facebook ( e mi sembrano solo considerazioni di buon senso) è sicuro che uno si becca l’epiteto di fascista perché propone cose avverse ad una parte politica. Ma la democrazia si basa sulla tolleranza e sull’accettazione delle differenze: non solo quelle basate sul colore della pelle o sul sesso o sulla religione ma anche, e soprattutto, quelle basate su diverse opinioni.
Un’altra struttura in crisi e in disfacimento è la Chiesa. Mi ha fatto pena il Papa quando ha chiesto ai fedeli di pregare per lui. Credo sia un uomo solo. Sta collezionando, in rapida successione, solo disastri sia politici (la Chiesa di Santa Sofia trasformata in moschea, comunità cristiane millenarie cancellate per sempre in Medio Oriente, Gerusalemme capitale dello stato d’Israele) che religiosi (st assistendo ad una emorragia inarrestabile di fedeli) che economiche (le casse del Vaticano sono desolatamente vuote). Questo proprio in un periodo in cui si avverte una profonda sete di spiritualità e tutte le altre religioni (proprio tutte) stanno prosperando. Inoltre non può neanche dimettersi: c’è già un Papa emerito e neanche nei secoli più bui del Medioevo c’erano 3 Papi contemporaneamente.. Secondo me la Chiesa deve avere il coraggio di passare il guado. Smettere di essere una grande Ong e ritornare a puntare sul messaggio religioso. Se non si ha il coraggio di dire apertamente che Cristo è risorto e che la nostra fede si basa su questo, non ha poi molto senso, per un cristiano, aiutare i profughi. Secondo il mio (del tutto insignificante parere), il Papa dovrebbe avere il coraggio di ritornare al messaggio spirituale (di cui c’è un impellente bisogno) ed abbandonare posizioni di retroguardia. La Chiesa deve aprirsi alle donne, allo sposalizio dei preti, al divorzio e perfino (in qualche misura) all’aborto. La genetica ci porterà inevitabilmente alla fecondazione assistita e alla maternità consapevole che è tutto sommato, in senso lato, una specie di aborto perché sceglie solo degli spermatozoi uccidendo tutti gli altri. Deve mettere al centro dell’azione della Chiesa il messaggio di speranza e di amore basato sulla resurrezione di Cristo. Tutto il resto verrà di conseguenza. Ma sicuramente il Papa è molto più titolato di me in questioni teologiche e quindi le mie parole sono mero vaniloquio estivo in tempo di Covid.

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