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Le scuole riapriranno veramente il 10 gennaio?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-04

La linea del Ministro Bianchi è quella di non stravolgere il calendario. Ma le regioni aumentano il loro pressing sul rinvio

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Il tema della riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie è di strettissima attualità. Il conto alla rovescia è quasi scaduto e il governo, come confermato dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sembra non aver messo in programma un rinvio di qualche settimana. Le Regioni (non tutte, ma molte) proseguono il loro pressing iniziato nella giornata di ieri con la dichiarazione di Vincenzo De Luca. E sulla stessa linea del Presidente campano ci sono anche altri, tra cui il governatore del Veneto Luca Zaia. E nel dibattito entrano anche le future e possibili nuove regole per la Dad (didattica a distanza).

Riapertura scuole, il governo conferma le date

Il Ministro dell’istruzione ha rassicurato tutti i genitori: la riapertura scuole è imminente (tra il 7 e il 10 gennaio, secondo un calendario già stilato dai diversi istituti sparsi su tutto il territorio italiano). Una posizione netta che segue le indicazioni del governo che aveva già “promesso” e ribadito che non ci sarebbero stata più chiusure per colpa della pandemia. Ma la quarta ondata di questo virus sta rendendo quei piani e quei vaticini più difficili: il numero di contagiati tra i minori in età scolare è cresciuto esponenzialmente nelle ultime settimane e questo mette a rischio quel piano iniziale.

Perché le scuole vengono considerate, anche oggi, un pericolo focolaio. La campagna di immunizzazione per le fasce d’età più giovani (soprattutto quella tra i 5 e gli 11 anni) è iniziata da poche settimane e il numero di bambini vaccinati è ancora relativamente basso. Discorso diverso, invece, per quel che riguarda i licei e le scuole superiori: anche per motivi di tempo (l’avvio della campagna è iniziato molto prima) il tasso di vaccinazione per quegli studenti è più elevato. Sta di fatto che i numeri mostrano la crescita dell’incidenza della diffusione del virus che poi, può essere trasmesso dai più piccoli a casa. E dalla casa ai contatti lavorativi. Ed è questo, per l’ennesima volta, il tema che spinge a una riflessione.

Le Regioni chiedono il rinvio

E mentre l’orologio corre verso la fine delle festività, una decisione è stata presa: tutto resta come previsto. Ma il pressing di alcune Regioni potrebbe provocare il cambio dei piani programmati. Ieri Vincenzo De Luca ha parlato di un rinvio della riapertura scuole di 2-3 settimane, per consentire a un numero maggiore di bambini e ragazzi di ricevere il vaccino. Oggi anche Luca Zaia, Presidente del Veneto, apre a questa possibilità. Prima, nella sua intervista a Il Corriere della Sera, ha chiesto di consegnare agli studenti test fai da te per l’auto-diagnosi, poi ha spiegato:

“Lo dico subito e con chiarezza: nessuno aspira a tenere chiuse le scuole. Sarebbe una sconfitta per tutti, per ragioni ideali e pratiche, perché conosciamo bene le difficoltà che vivono le famiglie con ragazzi e bambini a casa. Ma ci vuole l’onestà intellettuale di avvisare i cittadini: se i dati epidemiologici dovessero peggiorare, l’ipotesi dello slittamento della data del ritorno in classe è sul tavolo e andrà valutata con attenzione dalle autorità scientifiche”.

E sulla stessa lunghezza d’onda sono anche altri Presidenti di Regioni che non vorrebbero procedere con il rinvio della riapertura scuole, ma sono pronti ad andare in quella direzione se il governo deciderà di modificare i suoi piani.

Le modifiche alla Dad

E il pressing delle Regioni prosegue anche con una richiesta di modifiche alle regole per la didattica a distanza. Come spiega il quotidiano Il Messaggero, tra le proposte che saranno inviate alla cabina di regia del governo c’è quella di portare le classi in dad solamente al verificarsi di una condizione: non con un numero di positività in quell’Aula inferiore a 4. Un cambiamento che dovrebbe consentire di mantenere il più possibile la didattica in presenza, contestualmente all’avanzata della campagna di immunizzazione tra i più piccoli.

(foto ipp clemente marmorino)

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