La riapertura della scuola il 14 settembre è a rischio?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-18

Cosa c’è dietro l’allarme dei sindacati: il problema degli spazi e dei banchi e quello del personale. La vera partita — quella su cui si gioca il braccio di ferro fra ministra e sindacati — è quella degli organici. Secondo il loro calcolo, con i soldi stanziati finora (1,4 miliardi nel dl Rilancio, a cui Azzolina ha promesso di aggiungere un ulteriore miliardo) si potrebbero assumere da settembre a giugno poco più di 56 mila supplenti e 16 mila Ata, che suddivisi fra 8 mila scuole corrispondono a 7 insegnanti e 2 fra assistenti/bidelli in più a istituto

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La riapertura della scuola il 14 settembre è a rischio? Ieri i sindacati hanno lanciato l’allarme: senza un intervento straordinario del governo per garantire le necessarie risorse umane non sarà possibile se non a prezzo di pesanti tagli d’orario e con il ricorso sistematico alle piattaforme digitali. La ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina ha smentito: «La scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre, escludo nuovi lockdown».

La riapertura della scuola il 14 settembre è a rischio?

In realtà, spiega oggi il Corriere della Sera, la questione sollevata dai rappresentanti dei lavoratori è un’altra: non che le scuole non riescano a riaprire, ma che — al netto di eventuali nuove chiusure localizzate — il prossimo finisca per essere un altro anno a metà, fra ingressi e uscite scaglionati, lezioni da 40-45 minuti al massimo, orari ridotti e ancora tanta didattica a distanza, soprattutto alle superiori.

Una situazione che il leader della Cgil Scuola Francesco Sinopoli sintetizza così: «Oggi le condizioni per la riapertura delle scuole in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. Serve un organico straordinario che al momento non c’è». «Siamo preoccupati che, poiché il tempo scuola si ridurrà, si torni alla didattica a distanza — prosegue —, mentre noi sindacati vogliamo che siritorni in classe. Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola»

scuola non riapre a settembre
I numeri della scuola (Corriere della Sera, 18 luglio 2020)

La ministra si è impegnata a chiedere 80 mila nuovi docenti per riempire i posti liberi quest’anno, ma soprattutto al Nord mancano i candidati: per materie come matematica alle medie le graduatorie dei precari e quelle dei concorsi sono esaurite da tempo. Già l’anno scorso di 53 mila assunzioni autorizzate dal Mef meno della metà (25 mila) sono andate a buon fine. E quest’anno i supplenti potrebbero raggiungere la cifra monstre di 250 mila

Quello dei sindacati quindi è un richiamo a fare presto da due punti di vista: quello degli organici e quello degli spazi. Attualmente, hanno calcolato i presidi, non c’è spazio per il 15% degli alunni  italiani: 1,2 milioni di bambini e ragazzi.

La ministra ha evocato più volte la possibilità per gli enti locali (proprietari delle scuole) di stringere accordi con cinema, teatri e musei o di recuperare caserme e scuole dismesse, ma ormai c’è tempo solo per interventi di edilizia leggera o per delle tensostrutture in cortile, non certo per rimaneggiamenti importanti per rendere agibili e sicuri spazi chiusi da tempo.

La verità dietro l’allarme dei sindacati dietro l’allarme sulle scuole chiuse a settembre

Servono tre milioni di banchi monoposto. Il commissario Arcuri ha promesso che arriveranno entro il 7 settembre, quando cioè le scuole riapriranno i battenti per le lezioni di recupero. Il bando sarà pubblicato mercoledì. Ma l’allarme dei sindacati è concentrato sul personale:

La vera partita — quella su cui si gioca il braccio di ferro fra ministra e sindacati — è quella degli organici. Secondo il loro calcolo, con i soldi stanziati finora (1,4 miliardi nel dl Rilancio, a cui Azzolina ha promesso di aggiungere un ulteriore miliardo) si potrebbero assumere da settembre a giugno poco più di 56 mila supplenti e 16 mila Ata, che suddivisi fra 8 mila scuole corrispondono a 7 insegnanti e 2 fra assistenti/bidelli in più a istituto. I primi basterebbero a garantire al massimo 30  ore settimanali in più per 5 gruppi scolastici aggiuntivi alle elementari e 4 alle medie e alle superiori. I secondi non riuscirebbero ad assicurare nemmeno le pulizie.

linee guida ritorno a scuola 14 settembre
Le linee guida per il ritorno a scuola dal 14 settembre (27 giugno 2020)

Per Pino Turi della Uil, “mentre la casa brucia la ministra si preoccupa di chiamare l’arredatore. Ma bisogna innanzitutto chiamare i vigili del fuoco, siamo in emergenza. Mi sembra non ci sia questa consapevolezza”. La Uil contesta anche la procedura riguardante le nuove graduatorie che riguardano oltre 1 milione di persone con le domande da fare in piena estate, “un provvedimento che invece di semplificare il sistema di reclutamento dei docenti, genererà confusione e lederà diritti”. Rino Di Meglio, della Gilda, è preoccupato per la riduzione dell’orario della singola lezione “fino a 40 minuti”, “ma 40 minuti sono troppo pochi e significa mascherare la riduzione delle ore di insegnamento: poichè non ci sono spazi e personale, si fa finta di dare le stesse lezioni e in realtà si riducono le ore”. “La scuola non è pronta a un mese e mezzo dalla ripresa – sottolinea Elvira Serafini dello Snals – avremo 200.000 cattedre scoperte perché non siamo stati ascoltati, 21.000 posti vacanti per il personale Ata e saremo costretti a ricorrere ancora agli assistenti amministrativi facenti funzione Dsga per coprire i 3.500 posti vacanti di Direttore dei servizi generali e amministrativi ancora vuoti”. Intanto la ministra sfida il leader della Lega Matteo Salvini ad andare in tv per parlare di scuola – sfida che lui accetta – e assicura che la scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre, escludendo nuovi lockdown. “Sono donna, sono un ministro Cinque stelle, sono giovane, c’è l’idea che noi M5s siamo incompetenti, anche se io ho due lauree, l’abilitazione all’insegnamento, specializzazioni. Adesso, anche basta. In realtà, la scuola viene usata per prendere consenso elettorale e se restiamo così non cambierà mai nulla”, aggiunge. E ai sindacati dice che “non si può dire no a tutto” e bisogna avere coraggio.

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