Revoca concessione Autostrade: cosa dicono gli esperti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-19

Luisa Torchia, ordinario di diritto amministrativo all’Università di Roma Tre, spiega sul Sole 24 Ore

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Luisa Torchia, ordinario di diritto amministrativo all’Università di Roma Tre, in un commento sul Sole 24 Ore spiega oggi quali sono i termini e le possibilità della caducazione ovvero della revoca della concessione ad Autostrade dopo la tragedia di Genova:

La convenzione contiene quindi tutti gli strumenti per consentire al concedente di far valere gli inadempimenti del concessionario e di tutelare gli interessi pubblici, attraverso un procedimento scandito in diverse fasi, che inizia con la contestazione dell’inadempimento, prosegue con le controdeduzioni del concessionario.

In caso di rigetto, il concedente può diffidare il concessionario ad adempiere (entro un termine non inferiore a 90 giorni) e, in caso di mancato adempimento, adottare un provvedimento di decadenza dopo altri 60 giorni, previa determinazione e pagamento dell’indennizzo. Il rispetto attento e rigoroso di queste regole richiede che sia innanzitutto accertato l’inadempimento e che esso possa essere interamente attribuito al concessionario, perché senza questo presupposto tutta l’eventuale attività successiva sarebbe priva di base e di sostanza e verrebbe facilmente travolta in sede contenziosa.

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Si tratta, peraltro, di un accertamento che ben può essere condotto in via tecnica ed amministrativa – e del resto, per il caso di Genova, è già stata nominata un’apposita commissione – perché altre e diverse sono le eventuali responsabilità sul piano penale, che verranno accertate dai giudici. Sembra azzardato, però, contestare quale inadempimento l’evento di per sé, senza neanche accertare, ad esempio, se vi fosse un originario difetto di progettazione o vi sia stato un difetto di manutenzione, se siano state utilizzate tutte le migliori pratiche tecniche o vi fossero altri strumenti di prevenzione del rischio attivabili.

Diventa difficile, in mancanza di questo accertamento e della precisa determinazione del perimetro delle responsabilità del concessionario, anche la prosecuzione del procedimento, perché non si saprebbe come definire i contenuti della diffida ad adempiere: cosa potrebbe imporre il concedente al concessionario? E verrebbe poi a mancare, quindi, la possibilità di contestare il perdurante inadempimento e di chiedere l’adozione di un provvedimento di decadenza. A meno che, naturalmente, non si intenda il procedimento come una mera formalità, il cui esito è già scritto e predeterminato. In uno Stato di diritto, però, una istruttoria tecnica attendibile e completa è il punto di partenza necessario ed ineludibile per prendere la giusta decisione: una decisione che renda, appunto, giustizia alle vittime e assicuri la tutela e la garanzia degli interessi della comunità.

Leggi sull’argomento: Caducazione: la mossa del governo per la revoca della concessione di Autostrade

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