Renzi e il Ponte sullo Stretto di Messina

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-10-01

«Voglio vedere se si può fare», ha detto il premier secondo il Corriere. Un po’ come in Frankenstein Junior

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Quella del Ponte sullo Stretto di Messina è un’evidente boutade. E quindi colpisce che il Corriere della Sera, alla fine di un articolo di Francesco Verderami che parla di tutt’altro, faccia sapere che Matteo Renzi alla storia del ponte ferroviario sembri davvero interessato:

Nel frattempo Renzi inaugura la sua doppia maggioranza. E dopo essersi appropriato dei simboli della «ditta», vuole metter mano a due totem berlusconiani: il taglio dell’Imu e il ponte sullo Stretto. Già, anche il ponte: «Voglio provare davvero a vedere se si può fare».

E così, Una mozione di Ap-Ncd approvata alla Camera riapre la polemica su un’opera mai realizzata, ma che ha fatto tanto parlare di sè ed è costata già centinaia di milioni di euro. E mentre il presidente di Ncd e ministro dell’interno Angelino Alfano traduce questo ok come un “si riparte”, il Ministro dei trasporti Graziano Delrio frena, sottolineando che il dossier non è sul suo tavolo. A far scoppiare la polemica, una mozione di Area Popolare-Ncd approvata in mattinata alla Camera, che impegna il governo a riconsiderare il progetto del Ponte “come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici”. Un’apertura senza troppa convinzione, però, visto che lo stesso sottosegretario alle infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, intervenuto in Aula alla Camera in riferimento alla mozione, sottolinea anche che il progetto “non è nell’agenda del Governo” e la complessità dell’opera “richiederebbe uno specifico approfondimento, che può tranquillamente essere rimandato ad altro momento”. Posizione rafforzata anche dal titolare del ministero dei Trasporti, Delrio, che da Palermo sottolinea: “Sul mio tavolo non c’è alcun dossier sul Ponte nello Stretto, se arriveranno proposte le valuteremo”.
 

Matteo Renzi e il Ponte sullo Stretto di Messina

Sulla stessa posizione di Delrio c’è il Pd, che ribadisce la propria contrarietà su quest’ambiziosa opera tanto cara soprattutto al centrodestra. Secondo il vice ministro dell’economia Enrico Morando non sono “le condizioni per riprendere in mano questo progetto”. Per il presidente della commissione Bilancio Boccia “è un’opera inutile, non strategica e sarebbe un ulteriore spreco di soldi pubblici”. Stesso ritornello anche per Sel, che dà anche un’interpretazione politica alla vicenda: “Con un colpo di scena degno di un thriller – afferma Arturo Scotto – il governo cambia idea e per tenersi buono l’alleato dell’Ncd apre alla costruzione del Ponte”. E anche per l’M5S per Alfano il Governo smentisce se stesso. Alfano da parte sua incassa soddisfatto il ‘sì’ ottenuto dalla maggioranza e dal governo alla mozione del suo partito: “Il mezzogiorno riparte, un altro successo”, commenta su twitter. E poi da Catania aggiunge: “Oggi é un giorno importante per la Sicilia e per l’Italia. Oggi infatti si riparte con il Ponte sullo Stretto”. E quel “si può fare” del premier ne ricorda tanto un altro:
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