Renzi adesso ammette che potrebbe perdere il referendum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-06

Un retroscena molto interessante sugli scenari futuri dopo il voto al referendum del 4 dicembre. Lo scenario in caso di vittoria dei No si presenta quanto mai impervio per il presidente del Consiglio

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Maria Teresa Meli racconta oggi sul Corriere della Sera un retroscena molto interessante sugli scenari futuri dopo il voto al referendum del 4 dicembre. In particolare riporta pensieri e parole di Matteo Renzi su cosa potrebbe succedere in caso di sconfitta:

C’è però un’altra preoccupazione che offusca la giornata di ieri. Per la prima volta da quando ha cominciato la sua rincorsa referendaria il presidente del Consiglio non esclude la «possibilità di una sconfitta». «Può darsi che perdiamo, ma può darsi che i miei avversari perdano anche questa…», confida il premier ai collaboratori. Non c’è più quella granitica certezza, anche se Renzi non è certo tipo da scoraggiarsi, tant’è vero che è andato anche in Sicilia a fare campagna referendaria, pur sapendo che in quella regione il «Sì è sotto di dieci punti in percentuale».
Lo scenario in caso di vittoria dei No si presenta quanto mai impervio per il presidente del Consiglio. Renzi non ne parla più in pubblico, ma comunque ha chiaro in mente che in caso di sconfitta l’unica strada è quella delle dimissioni. Ma qui giungono le dolenti note. Già, perché il capo dello Stato per evitare l’instabilità ha lasciato intendere che gli ridarebbe l’incarico e lo rinvierebbe alle Camere. E a questo punto che cosa potrebbe fare il premier? Rifiutare un’offerta del genere sarebbe difficile, tanto più che Silvio Berlusconi ha fatto sapere a chi di dovere che in caso di vittoria dei No lui è pronto a dare una sorta di appoggio esterno per riscrivere la legge elettorale.
Il che significa che l’idea di mettere in piedi un governo che duri solo il tempo per mandare definitivamente in porto la legge di Bilancio svanisce. Un esecutivo siffatto durerebbe quindi necessariamente mesi e mesi. Anche perché, realisticamente e assai prosaicamente, c’è da dire che tra marzo e aprile del prossimo anno dovranno essere fatte le nomine degli enti pubblici che entreranno in scadenza giusto in quel periodo. E a Renzi conviene che quell’operazione venga fatta da qualcun altro?

matteo renzi su rolling stone
Sicuramente Renzi avrebbe tanti motivi e molte buone ragioni per rimanere in sella dopo il risultato del referendum, ma quanto più durerebbe quel governo dell’anatra zoppa, tanto più si assottiglierebbero le possibilità del premier di vincere le elezioni successive. Perché il Renzi-bis, governo di scopo con l’obiettivo di chiudere la legge di stabilità e la legge elettorale, avrebbe tanti altri dossier sgradevoli sul tavolo. Quello del Montepaschi sin dal giorno dopo, i rischi di peggioramento dell’economia italiana con meno strumenti politici per prendere provvedimenti, e soprattutto una recrudescenza della campagna elettorale permanente che già oggi muove il paese. In questa situazione il Renzi-Bis sarebbe il colpevole da mettere all’indice per qualunque tipo di problema e questo tipo di frame cognitivo non potrebbe non ripercuotersi sul voto successivo. È quindi vero che Renzi sarebbe in difficoltà nel dire di no a un presidente della Repubblica che lo reincaricasse dopo le dimissioni, ma è ancora più vero che un bis potrebbe portarlo alla rovina politica.

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