REM: il reddito di emergenza per lavoratori precari e irregolari

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-29

Stagionali entranti – bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici – le cui speranze di lavoro estivo sono fortemente compromesse. E fast jobs: contrattisti a giorni, settimane, massimo qualche mese. Accanto al Rem, il governo punta poi a rinnovare e allungare anche la Cassa integrazione

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Oltre al DPCM soccorso alimentare con i buoni spesa varato ieri con le risorse assegnate ai comuni il governo valuta il REM, ovvero il reddito di emergenza per lavoratori precari e irregolari. Valentina Conte su Repubblica spiega che si tratta di una misura eccezionale in grado di coprire il doppio dei lavoratori sin qui raggiunti dall’indennità una tantum e per tutto il tempo della gravissima crisi sanitaria ed economica.

Si fanno i calcoli, ma potrebbero essere necessari 6 miliardi per 10 milioni di lavoratori. Non solo dunque partite Iva, collaboratori, artigiani, commercianti, agricoli, spettacolo, stagionali, professionisti. Ma anche tutto il lavoro grigio, precario, irregolare, intermittente. Badanti, babysitter e colf sin qui scoperte. Lavoratori che hanno finito il sussidio di disoccupazione (Naspi o Discoll).

Stagionali entranti – bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici – le cui speranze di lavoro estivo sono fortemente compromesse. E fast jobs: contrattisti a giorni, settimane, massimo qualche mese. Accanto al Rem, il governo punta poi a rinnovare e allungare anche la Cassa integrazione – ordinaria, in deroga, Fis – dalle 9 settimane attuali, fissate dal decreto Cura Italia, almeno fino al 31 luglio, data di fine ufficiale dell’emergenza nazionale dichiarata il 31 gennaio scorso.

reddito di emergenza rem

La tentazione, specie in casa Cinque Stelle, sarebbe quella di rendere meno cogenti i requisiti di accesso al reddito di cittadinanza, così da farvi rientrare anche quanti ora sono in difficoltà. Magari sospendendo le stringenti condizioni di reddito e patrimonio previste dalla legge di un anno fa, allargando così il bacino. Il Cura Italia – il primo decreto legge d’emergenza a sostegno dell’economia, varato l’11 marzo – d’altro canto ha già sospeso altre condizionalità importanti: come l’obbligo per un percettore di reddito di accettare una proposta di lavoro.

Sul fronte delle risorse poi un aiuto potrebbe venire dai fondi europei. Il ministro Giuseppe Provenzano potrebbe convincere le regioni del Sud a “prestare” per l’emergenza Covid-19 circa 10 miliardi del settennio 2014-2020 di cui 2,5 miliardi da spendere proprio per il sostegno al reddito. I governatori del Sud – destinatari del 60% di quelle risorse – sarebbero ristorati in seguito tramite il Fondo Sviluppo e Coesione che conta ben 68 miliardi.

C’è un altro sostegno allo studio del governo: il SEA. Il Sea invece è il sostegno di emergenza per il lavoro autonomo: sostituisce il bonus da 600 euro, non è una tantum e soprattutto l’importo non è in misura fissa, ma varia in base alle condizioni della famiglia e della perdita di guadagno. Il Rem infine si configura come Reddito di cittadinanza di emergenza, sostituendosi di fatto ad esso. Con alcuni importanti modifiche: domanda semplificata, sospensione dei requisiti immobiliari (seconda casa) e mobiliari (6 mila euro al massimo sul conto, aumentati di 2 mila euro per ogni figlio), no condizionalità (ricerca del lavoro) e nessuna sanzione in caso di irregolarità nella domanda.

Leggi anche: DPCM soccorso alimentare: i buoni spesa del governo

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