DPCM soccorso alimentare: i buoni spesa del governo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-29

Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%). Un mix tra reddito pro capite, popolazione e indicatori ISTAT

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IL DPCM soccorso slimentare annunciato ieri da Giuseppe Conte prevede “misure straordinarie e urgenti per fronteggiare l’emergenza alimentare”. Il governo dispone il trasferimento di 4,3 miliardi di euro ai Comuni anticipando il Fondo di solidarietà comunale. A questa somma si aggiungono altri 400 milioni destinati ad aiutare quei cittadini che in questi giorni di emergenza “non hanno soldi per fare la spesa“, ha spiegato il premier.

DPCM soccorso alimentare: i buoni spesa del governo

Il Dpcm verrà trasmesso alla Corte dei conti e poi pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il ministero dell’interno – nel testo anticipato ieri sera dall’agenzia di stampa AGI che nel pomeriggio era oggetto di ulteriore valutazioni – tramite il fondo di solidarietà nazionale “procederà all’erogazione immediata dell’anticipo del 66% ai Comuni, pari a 4,3 mld in anticipo rispetto alla scadenza ultima prevista per maggio”. Con una ordinanza della protezione civile “tale somma sarà incrementata con una anticipazione, a valere sulle risorse del secondo acconto del FSC”, pari a 400 milioni “da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare per consentire alle persone in stato di bisogno di soddisfare i bisogni più urgenti ed essenziali, reintegrando il Fondo in sede di emanando nuovo decreto legge”.

giuseppe conte

“La quota del fondo assegnato a ciascun comune sarà gestita ed erogata dal comune medesimo, privilegiando i criteri di prossimità e sussidiarietà”, si legge ancora nella bozza circolata nel pomeriggio. “Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%) – criteri concordati con l’ANCI (da valutare l’introduzione tra i criteri di riparto dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) calcolato dall’ISTAT – ultimo dato disponibile aggiornato pero’ al censimento del 2011). Inoltre viene stabilito che “le risorse ricevute da ciascun comune per la solidarietà alimentare saranno destinate, con un vaglio preventivo molto semplificato e flessibile (evitando requisiti rigidi) da parte dei servizi sociali comunali, a tutti coloro che versano in situazione di necessità alimentare”. “Tali risorse dedicate potranno essere rafforzate da ciascun comune (o dall’ANCI, con un riparto pro quota in base alle esigenze) con donazioni defiscalizzate di generi alimentari o di buoni d’acquisto o buoni sconto da parte di privati, di produttori, dei distributori”.

I criteri di distribuzione dei buoni spesa: la popolazione e l’indice di povertà

“Si prevede altresì – si legge ancora nella bozza – la possibilità da parte dei comuni di acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità senza procedura di gara. Considerato che il FSC non interessa i comuni del Trentino AA, del Friuli VG e della Valle d’Aosta, in questi territori, con specifica previsione nell’ordinanza, le somme sono anticipate dalle autonomie speciali per essere ristorate in sede di emanando decreto legge”. Il 66% del FSC viene erogato sulla base delle regole del DPCM in corso di pubblicazione; 400 mln con criteri nuovi in ordinanza (mix tra reddito pro capite, popolazione e indicatori ISTAT); reintegro dei 400 mln sul FSC con il DL (tra 10-15 giorni); il 33% del FSC viene erogato successivamente sulla base delle regole del DPCM in corso di pubblicazione.

dpcm soccorso alimentare buoni spesa

Il presidente dell’ANCI Antonio Decaro (primo cittadino di Bari) ha garantito una “risposta velocissima”: “Le risorse – ha spiegato – saranno ripartite tra i comuni con due criteri: la popolazione residente e l’indice di povertà”. In questo modo, almeno si spera, i fondi finiranno nelle zone in cui ce n’è più bisogno. QUanto al resto, il presidente del Consiglio ha promesso che i soldi già stanziati nel decreto Cura Italia per cassa integrazione e altri sostegni al reddito arriveranno a destinazione altrettanto rapidamente: “Entro il 15 aprile,ma io spero anche prima. La burocrazia va azzerata e stiamo facendo tutto il possibile”.

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