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Questo pazzo pazzo pazzo referendum in Lombardia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-10-23

A notte inoltrata scrutatori bloccati all’interno delle scuole perché non arrivava la conferma del voto elettronico. Partite di ping pong, calcetto e scala 40 mentre i dati, che dovevano arrivare in tempo reale, sembravano scomparsi. Alla fine parla Maroni: «Un grande successo. Proporrò lo stesso sistema per le elezioni politiche»

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“Siamo bloccati all’interno delle scuole”, “siamo qui a caso”: è stata questa la protesta di diversi scrutatori che ieri hanno lavorato nei seggi della Lombardia dove si è usato il voto elettronico per il referendum sull’autonomia. Dopo la fine di tutte le operazioni, infatti, intorno all’una di notte gli scrutatori dovevano ancora attendere di ricevere la conferma che la lettura delle penne usb, che contenevano i dati di voto dei singoli tablet, è andata a buon fine. In caso contrario, infatti, i digital assistants dovevano ricavarli direttamente dalle memorie interne delle voting machine. Il risultato è che alle 7 del mattino non ci sono ancora i dati definitivi sull’affluenza e sui risultati.

Questo pazzo pazzo pazzo referendum in Lombardia

“Non possiamo uscire e si prospetta che dovremo restare qui fino alle quattro o cinque del mattino” hanno spiegato da una scuola nella zona di Turro a Milano, convinti che “con il vecchio sistema in mezz’ora ce la saremmo cavata”. A due ore e mezza dalla chiusura delle urne, i presidente e gli scrutatori erano ancora bloccati all’interno delle sezioni “senza fare nulla”. In una scuola di San Siro a Milano, i presidenti avevano minacciando di andarsene chiudendo i verbali con gli agenti della polizia locale che prospettavano loro una denuncia se avessero chiuso senza autorizzazione.
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Tutto è cominciato alle 19,45, quando è arrivato il dato parziale della sera, dopo che il sito della Regione all’improvviso era sparito. “In Veneto un quarto d’ora dopo le 19 si conosceva l’affluenza. In Lombardia il dato delle 12 è stato comunicato alle 17, non ci sono aggiornamenti sull’affluenza delle 19 e il sito Regione Lombardia con i risultati ufficiali non è più raggiungibile. E’ una situazione indecente e non ci si può nascondere solo dietro la scusa della novità del voto elettronico. Gli elettori lombardi non possono essere presi in giro così per un referendum costato il triplo di quello veneto”, ha denunciato con una nota il segretario regionale del Pd lombardo, Alessandro Alfieri, puntando il dito contro la voting machine al suo debutto ufficiale. Intorno alle 20 il sito della Regione è tornato attivo, per sparire ancora prima delle 23. Dopo la confusione che si era creata con l’aggiornamento continuo attraverso la piattaforma online, hanno fatto allora sapere dalla Regione, si è deciso in serata di comunicare la cifra dell’affluenza una sola volta, come ha fatto il Veneto.
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«Il voto elettronico per i risultati in tempo reale»

Maroni & Company avevano assicurato che con il voto elettronico i risultati sarebbero arrivati in tempo reale. L’unico ad arrivare in tempo reale ieri sera è stato però Maroni, che si è presentato in tv per magnificare i risultati che non erano ancora arrivati. Gli scrutatori cominciano ad ingannare l’attesa con il ping pong:
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Ma anche il calcetto ha avuto il suo perché:
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Per non parlare delle partite a Scala 40, che hanno coinvolto anche i tecnici inviati per far funzionare i tablet.

Buttare cinquanta milioni di euro e non sentirlo

Insomma, il voto elettronico nel referendum per l’autonomia ha spiegato agli elettori come spenderebbero i soldi i governatori leghisti se avessero l’autonomia. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha annunciato una conferenza stampa per oggi alle 11 per annunciare i risultati, sperando che per quell’ora tutti i seggi siano chiusi.
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Ma per chiudere non c’è metodo migliore che lasciare la parola a lui: “Esprimo grande soddisfazione per come siamo riusciti a gestire il sistema elettronico di voto. Una novità assoluta. Un sistema complicato, complesso per il quale abbiamo avuto criticità, ma sono state tutte risolte. E’ un risultato storico. La novità è che il sistema ha funzionato e i paventati attacchi hacker non ci sono stati. Il sistema è sicuro. Ho sentito Minniti per dirgli di questo risultato a voting machine chiuse. Preparerò per lui una relazione dettagliata e gli chiederò che il nostro sistema sia usato in futuro, magari già alle politiche. Io ho già preannunciato al ministro Minniti che chiederò che alle prossime elezioni in Lombardia si possa utilizzare”.

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