Perché per i giovani sarà molto difficile prendere il reddito di cittadinanza

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-02

Tutti i paletti che escludono i “bamboccioni” (o presunti tali) dalla norma. E quelli per gli aspiranti furbetti

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Il reddito di cittadinanza sarà una corsa a ostacoli. E quelli più difficili li dovranno saltare i giovani. La bozza del decreto legge che sta circolando in queste ore prevede infatti, oltre alla smentita delle sciocchezze di Di Maio sugli stranieri che non potevano percepirlo e una robusta riduzione della platea, anche una serie di paletti che vanno a colpire i “furbetti” (e fin qui, nulla da eccepire) ma anche i giovani.

Perché per i giovani sarà molto difficile prendere il reddito di cittadinanza

Il Messaggero racconta oggi alcune delle limitazioni in divenire nella bozza: il primo paletto servirà a impedire che un lavoratore si licenzi per ottenere il sussidio e poi continui a lavorare in nero: la bozza del decreto sul Reddito prevede che non avranno accesso al sussidio «i nuclei familiari che abbiano tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni», fatti salvi ovviamente i casi di giusta causa. Una norma ad hoc, poi, sarà inserita per evitare le separazioni o i divorzi di comodo. «I coniugi», si legge nella bozza del provvedimento, «permangono nel medesimo nucleo anche a seguito di separazione o divorzio, qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione». Dunque, fin quando saranno sotto lo stesso tetto due persone anche se separate o divorziate saranno considerate, ai fini del Reddito di cittadinanza, come marito e moglie.

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Reddito di cittadinanza, gli aventi diritto regione per regione (Il Messaggero, 20 dicembre 2018)

Ma i paletti più importanti riguardano i figli, secondo quella che il quotidiano definisce una clausola anti-bamboccioni:

Per impedire che i figli si stacchino dai nuclei familiari per incassare il reddito andando a vivere da soli ed evitando così che il reddito dei genitori inibisca l’accesso a quello di cittadinanza, la norma prevede che un figlio maggiorenne è considerato comunque a carico della madre e del padre se ricorre anche solo una di tre condizioni. La prima è che sia minore di 26 anni. In questo caso è sempre considerato sulle spalle dei genitori. Un modo anche per non erogare il Reddito agli studenti fuori sede.

La seconda è che sia «nella condizione di essere a loro carico ai fini Irpef». Da quest’anno sono considerati fiscalmente a carico i ragazzi fino a 24 anni che hanno un reddito fino a 4 mila euro, e quelli oltre i 24 anni che hanno un reddito massimo di 2.840 euro. Infine, terza condizione, il figlio è considerato comunque a carico dei genitori se, pur non abitando più con loro, non ha a sua volta figli.

Il reddito di cittadinanza per gli stranieri

Intanto sulla questione del reddito di cittadinanza agli stranieri c’è maretta nella maggioranza. La bozza potrebbe essere modificata escludendo gli immigrati, come si era impegnato a fare a settembre il ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Ma Repubblica spiega che, come già sappiamo, si tratterebbe di un impegno accolto con sollievo dalla Lega, ma impossibile da mantenere:

Escludere gli immigrati sarebbe illegittimo non soltanto sulla base delle norme europee, ma anche di quelle italiane, a cominciare dalla Costituzione che vieta categoricamente le discriminazioni basate sulla nazionalità, a maggior ragione quando si tratta di prestazioni «destinate a far fronte al sostentamento della persona», come ha spiegato più volte la Corte Costituzionale. Per cui l’esclusione degli immigrati dai beneficiari, annunciata a gran voce, in realtà non c’è mai stata: tutte le bozze della legge di Bilancio, e adesso ovviamente anche il decreto attuativo, hanno sempre incluso tutti i residenti in Italia.

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Il reddito di cittadinanza: i beneficiari (La Repubblica, 2 gennaio 2018)

Persino il correttivo della residenza da almeno cinque anni potrebbe anzi essere considerato costituzionalmente illegittimo, visto che si tratta di un aiuto per chi è al di sotto della soglia di povertà. E anche la versione della legge di Bilancio inviata a Bruxelles a ottobre estende il beneficio a tutti i «maggiorenni residenti in Italia da almeno 5 anni disoccupati o inoccupati (inclusi pensionati)», stranieri compresi.

Foto copertina da qui

Leggi sull’argomento: La bomba Lega sul reddito di cittadinanza

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