Opinioni
I Pro Vita alla Festa dell'Unità di Roma
di Mario Neri
Pubblicato il 2017-10-03
I Pro Vita alla Festa dell’Unità. Ieri l’associazione Pro Vita (associazione anti-gender e anti-eutanasia) ha partecipato a un dibattito durante l’ultimo giorno della Festa dell’Unità alla Città dell’Altra Economia di Testaccio. «Un’iniziativa contro l’eutanasia, senza contraddittorio, con quattro persone sedute in platea, con la proposta di racconta firme contro “l’educazione gender” nelle scuole e la […]
I Pro Vita alla Festa dell’Unità. Ieri l’associazione Pro Vita (associazione anti-gender e anti-eutanasia) ha partecipato a un dibattito durante l’ultimo giorno della Festa dell’Unità alla Città dell’Altra Economia di Testaccio. «Un’iniziativa contro l’eutanasia, senza contraddittorio, con quattro persone sedute in platea, con la proposta di racconta firme contro “l’educazione gender” nelle scuole e la parola omicidio ripetuta a continuamente rispetto alla pratica dell’eutanasia», la descrive chi era presente. Aurelio Mancuso, dirigente del Partito Democratico, ha postato una foto su Facebook e raccontato del suo scontro con Andrea Casu, neosegretario del PD romano, sulla vicenda:
Ho inutilmente protestato perché si è permesso (tutti ora negano) ad esponenti di Pro Vita di salire su un palco dibattiti della Festa de l’Unità e propagandare senza alcun contraddittorio, (davanti a nemmeno dieci persone, c’è da dire…) le loro schifose menzogne sulle inesistenti teorie gender e contro l’eutanasia. Invece di rispondere sulla questione il segretario romano, evidentemente in un delirio di onnipotenza, mi ha accusato di polemizzare pubblicamente perché alla ricerca di visibilità. Direi che se Mancuso cita Casu, forse qualcuno a Roma, e non solo, si accorge dell’esistenza del nuovo leader del Pd.
Ma per mantenersi seri, è tipico di una certa classe dirigente in allevamento, non rispondere alle questioni poste ed erigere il muro del vittimismo. Il ragazzo, che è simpatico e che ho pure votato, ha conquistato, con un risultato inequivocabile, le leve del comando del partito romano, quindi, si deve abituare al conflitto e all’assunzione di responsabilità. Rimane, che aver permesso uno show di reazionari alla Festa de l’Unità, è per quanto mi riguarda questione, non negoziabile sul piano politico e tanto più su quello personale: questi clerico fascisti, ogni giorno spargono odio sul mio diritto di esistere come cittadino pari agli altri, quindi, nessuna complicità è possibile.
La notizia dell’incontro si trovava fino a poco tempo fa anche sul sito internet Notizieprovita, ma il post è stato rimosso anche se è ancora raggiungibile tramite copia cache:
Il testo del sommario dell’articolo recitava: «Domenica 1 ottobre, a Roma al Festival dell’Unità, si è parlato di testamento biologico e di DAT con Toni Brandi, presidente di ProVita onlus e con la prof. Dina Nerozzi, psichiatra e endocrinologa dell’Università di Tor Vergata». Casu, segretario del PD romano eletto nel giugno scorso in una corsa con curiosi risultati in alcuni circoli, non ha per ora risposto su Facebook alle richieste di spiegazioni. Secondo quanto racconta Mancuso, «il segretario e il responsabile dei dibattiti ieri sera hanno negato di sapere della cosa…».
EDIT: Questa è la spiegazione fornita su Facebook da Cristiano Davoli sulla vicenda:
Voglio rispondere alle critiche che alcuni stanno muovendo sui social rispetto all’iniziativa che ho organizzato alla festa e del cui esito infelice mi assumo la responsabilità. Voglio però specificare come non si sia trattato in alcun modo di una “sdoganamento” di istanze estranee alla missione di difendere e affermare i diritti per tutti, che ci contraddistingue da sempre. Infatti era fuori dal programma del festival, ma è stato semplicemente uno dei tanti incontri che si sono svolti negli spazi offerti alle associazioni durante il Festival. Quando ci si apre a realtà diverse da noi, è naturale che il confronto possa prevedere un dibattito anche con chi la pensa diversamente da noi. Ciò che è avvenuto, purtroppo, è che mancato il previsto contradditorio, poiché il dibattito sul Testamento Biologico, in corso anche altrove, ha portato alcuni invitati a disdire all’ultimo momento la propria partecipazione. Tuttavia questo non ha trasformato la partecipazione di Pro Vita in una tirata selvaggia contro la cultura della diversità. Ed é anche vero che in passato anche sui temi etici sono stati svolti incontri senza contraddittorio e senza che questo suscitasse alcuna reazione. Mi scuso comunque con tutti coloro che si siano sentiti offesi nei propri valori per questa iniziativa, e, in particolare, con Andrea Casu e gli altri organizzatori, che non sono stati coinvolti e ora vengono chiamati a rispondere degli esiti. Alla luce delle reazioni che rischiano di alimentare ancora polemiche interne tra di noi ritengo sia stato un errore svolgere comunque questo incontro, che doveva essere gestito meglio. Mi permetto, però, di far notare che la solidità dei nostri ideali e il loro radicamento nel cuore delle persone, ci autorizzano a non aver paura delle idee dei nostri avversari. Proprio perché li consideriamo avversari, l’iniziativa era fuori programma.
La parte curiosa della vicenda è che il nome Cristiano Davoli appare come responsabile dell’ufficio stampa del sito Notizie Provita, in una pagina di test ma non nella pagina attualmente online.
Ehi, @PD_ROMA, ma dunque l’ufficio stampa di #ProVita è uno dei vostri ex candidati? Ma che bello, buono a sapersi! pic.twitter.com/Py2Lc5lJ0W
— Yàdad (@GenderCard) 3 ottobre 2017
Contattato da Alessandro D’Amato di neXtquotidiano, Davoli fa sapere di aver ricevuto “mesi fa” la proposta di seguire l’ufficio stampa di Provita ma di non averla accettata. Non sa spiegarsi come sia finito lì il suo nome ma fa sapere che nel frattempo è stato tolto (ma è ancora presente nella cache di Bing nella pagina di test). “C’è stata una richiesta di farlo ma non l’ho ancora accettata. Anzi, non l’ho accettata. Sono un libero professionista, sono sul mercato come ufficio stampa. Non ho mai avuto nessun tipo di retribuzione da Provita”. E sulla vicenda del dibattito: “Ho sbagliato. Riconosco di aver sbagliato. Ho fatto una cavolata”.
Un articolo del Corriere della Sera qualche tempo fa riepilogava i legami tra Provita e Forza Nuova.