Opinioni

Potere ai comici

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-04-25

In Ucraina il nuovo presidente è Zelensky un comico senza alcuna esperienza governativa. Non ci possiamo stupire proprio noi Italiani in quanto il partito che è stato più votato in Italia è un partito fondato da un comico. Si possono fare varie riflessioni. La prima è che l’Italia mantiene la caratteristica di laboratorio politico che […]

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In Ucraina il nuovo presidente è Zelensky un comico senza alcuna esperienza governativa. Non ci possiamo stupire proprio noi Italiani in quanto il partito che è stato più votato in Italia è un partito fondato da un comico. Si possono fare varie riflessioni.

La prima è che l’Italia mantiene la caratteristica di laboratorio politico che l’ha sempre contraddistinta. Noi abbiamo inventato il fascismo con Mussolini (Hitler si è ispirato proprio all’esperienza italiana per fondare il suo partito nazionalsocialista), abbiamo introdotto noi la figura del Tycoon presidente con Berlusconi (modello sostanzialmente copiato da Trump) , come pure il modello del premier giovane e tecnocrate con il duo Monti-Renzi (Macron è una combinazione di entrambi) e adesso abbiamo esportato il modello comico in Ucraina…. Solo a destra ultimamente noi Italiani siamo rimasti indietro. Non abbiamo mai avuto un Thatcher o un Reagan e Salvini, più che ispirarsi alla Le Pen, ha preso come modello Orban e Putin.

La seconda riflessione è la ragione del successo politico dei comici. Io credo che derivi da un cambiamento sostanziale del modo di fare politica/ragionare. Adesso non si ha il tempo di riflettere. Si va per slogan dalla lunghezza di un tweet. E i comici sono maestri a fare battute con poche parole. Uno non deve neanche sottovalutare gli effetti sulla politica delle trasmissioni di comici trasmesse in TV. Prendiamo Crozza. Deve fare battute corte che devono essere capite da tutta la popolazione (anche quella con il livello culturale più infimo). Il risultato è che il suo spettacolo è una teoria di battute superficiali, populistiche e scontate. Però fa presa, molta presa, sulla popolazione. Se il personaggio che imita risulta alla fine simpatico, lo fa, de facto, eleggere (vedasi De Luca in Campania). Se riesce antipatico (come Renzi) gli fa perdere voti e consenso. Credo non possiamo fare molto per contrastare questo trend…. Perché pretendere che, anche per i comici, valga la par condicio mi sembra assolutamente folle.

zelensky instagram
La terza è che questa situazione, a mio parere, è anche l’onda lunga della fallimentare politica estera della Clinton quando era Segretario di Stato. Seguendo sia le pressioni lobbystiche dei petrolieri che quelle dei falchi sionisti, ha destabilizzato tutto il Nord Africa e in parte il MedioOriente inventandosi una Primavera Araba che esisteva solo nella mente di una sparuta minoranza di giovani intellettuali. Seguendo i falchi antirussi ha destabilizzato l’Ucraina gettandola in una guerra civile. Ottenebrata dalle idee sostanzialmente razziste che circolano fra i WASP americani, ha fatto una politica acriticamente pro Francia ed Inghilterra e contro gli interessi Italiani (il caos in Libia può essere interpretato anche così). Il risultato finale è stata una destabilizzazione sia dell’Europa (Brexit e Gilet Gialli sono anche loro una conseguenza di questa politica aggressiva e poco razionale americana) che del Nord Africa e del MedioOriente. Guerre Civili in Libia, Ucraina, Yemen e Siria. Nascita del Califfato Islamico. Restaurazioni con golpe militari come in Egitto. La conseguenza è che le popolazioni di queste nazioni non possono più credere nei partiti tradizionali che li hanno traditi non facendo gli interessi della loro nazione. Perciò si cercano forme alternative: tecnologi, comici, giovani rampanti, uomini forti, sovranisti… Forse, tutto sommato, i comici non sono il peggio anche se non mi sembra una soluzione duratura. Come diceva il grande Eduardo de Filippo, Adda a passà ‘ a nuttata.. e forse, quando questo periodo di confusione sarà passato, tutte queste esperienze avranno avuto il merito di aver generato una nuova forma di democrazia capace di essere nello stesso tempo adeguata ai nuovi tempi e alle nuove tecnologie, sufficientemente rappresentativa della volontà popolare, capace di difendere gli interessi della Nazione che governa.

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