Opinioni
Il futuro post contagio
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2020-04-14
Ho letto da bimbo il “Diario di Anna Frank” ma ho capito solo adesso quale sia stata la sofferenza di quella ragazzina a stare “veramente” reclusa per più di 2 anni. Inoltre ho capito il perché ci siano state delle persone così vili da fare i delatori della Gestapo. In tempi bui e tristi, se […]
Ho letto da bimbo il “Diario di Anna Frank” ma ho capito solo adesso quale sia stata la sofferenza di quella ragazzina a stare “veramente” reclusa per più di 2 anni. Inoltre ho capito il perché ci siano state delle persone così vili da fare i delatori della Gestapo. In tempi bui e tristi, se non siamo confortati da idealismi dati dall’etica, dalla politica o dalla religione, si rischia di risvegliare il verme che è in noi. Adesso, per esempio, chi esce a fare un minimo esercizio fisico è considerato un untore, se uno fa una passeggiata da solo e in sicurezza rischia che il suo vicino faccia il delatore. Perché si agisce così? Credo sia tutto a causa del malessere che proviamo: si odia chi sembra soffrire meno di noi e si pensa, sbagliando, che se il vicino è colpito da un danno come una multa, questo ci faccia stare meglio Crediamo che il male degli altri ci faccia stare meglio.. Ma pensiamo ad altro: forse fra nove mesi avremo un baby boom. Ma, sicuramente, appena finita la quarantena, avremo un boom per i dietologi e per gli avvocati divorzisti. Il tessuto sociale si sta sfaldando. Sto pensando che le vere gravi conseguenze del contagio non siano i ventimila morti ma i danni sociali, economici e politici che inevitabilmente ne deriveranno.
Per quanto riguarda l’Italia, di positivo, avremo una forte spinta alla digitalizzazione e allo smart-working. Politicamente, invece, siamo passati da una fase di scontro violento fra governo ed opposizioni ad una marginalizzazione totale delle opposizioni (Renzi compreso) a causa di una politica dell’emergenza basata solo su decreti legge. Proprio per salvaguardare la democrazia, in momenti come questi, sarebbe stato necessario un governo di unità nazionale, per evitare che chi non governa ( e quindi la parte di popolazione che rappresenta) non abbia modo di esprimere la propria opinione. Invece abbiamo un solo uomo a comando, con i media a sua disposizione, e senza opposizione. Quello che voleva Salvini adesso ce l’ha Conte. Uno, tra l’altro, che nessuno ha eletto. Ma si sa, in Italia lo spirito costituzionale è rispettato solo nella forma, mai nella sostanza. Certamente ci sono e ci saranno tentativi di scalzarlo soprattutto da parte del PD, ma, quando c’è una guerra, a meno di una Caporetto, il Comandante in Capo è molto, troppo popolare per essere scalzato da un Monti, un Cottarelli od un Colao qualunque.
Per quanto riguarda la politica estera, l’Italia oscilla fra una politica tradizionalmente appiattita all’UE ed agli USA e una forma di insofferenza diffusa. Se si facesse adesso un referendum su UE, Euro e Nato avremmo quasi certamente l’ItalExit. La prima superpotenza che ci offrirà un piano Marshall che eviti l’ulteriore impoverimento del Paese, ci farà suoi fedeli alleati. Dopo 75 anni di vassallaggio al patto atlantico, abbiamo infatti perso capacità di ragionare come uomini liberi. Stiamo cercando il padrone che ci pagherà di più. Stiamo interpretando perfettamente il motto italico “Franza o Spagna purché se magna”. Il Papa, invece, l’ho visto invecchiato e stanco. Dimostra 10 anni di più da quando è iniziata l’epidemia. Soffre tantissimo e fa tanta tenerezza. Secondo me, gli è crollato il mondo addosso. Tutto il suo approccio ecumenico, e quindi tutto il Suo Pontificato, sta perdendo senso. Ogni Paese è rinchiuso in sé stesso. Il sovranismo sta de facto trionfando anche se, per ironia della sorte, spesso attuato proprio dalle forze politiche che avrebbero dovuto combatterlo.
Inoltre il contagio ha messo in soffitta le questioni ambientali di Greta (ma non erano cruciali per le sorti del pianeta? O servivano solo e soprattutto per nuovi business?) e le ondate migratorie dall’Africa. Anche delle guerre in Libia, in Siria e in Ucraina arriva solo un eco attenuato. Segno che adesso le superpotenze sono troppo impegnate a leccarsi le ferite provocate dal contagio. Ma appena l’epidemia sarà finita, il risiko ricomincerà alla grande anche perché la Comunità Europea è morta ed occorrerà spartirne le spoglie.