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Populismo e urne: quanto cresce il voto anti-establishment in Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-20

Nonostante le sconfitte di Le Pen e Wilders, il voto contro l’establishment europeo è in continua crescita. Più a destra che a sinistra

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L’Authoritarian Populism Index studia il fenomeno dei populismi in Europa Raccoglie e analizza i risultati di tutte le elezioni europee dal 1980 a oggi. L’indice è sviluppato da Epicenter (European Policy Information Center). Il primo dossier è stato pubblicato nel 2016. Oggi La Stampa pubblica un sunto dell’ultimo rapporto che nota che negli anni questa «famiglia politica» ha scalato posizioni fino a diventare la terza forza a livello continentale, alle spalle dei conservatori-cristianodemocratici e dei socialdemocratici, superando i liberali:

L’Indice di Epicenter ha misurato i voti reali ottenuti nelle recenti elezioni da questi movimenti in 33 Paesi (i 28 dell’Ue più Islanda, Montenegro, Serbia, Norvegia e Svizzera) e il conteggio ha toccato quota 55,8 milioni. L’esplosione del fenomeno è recentissima, basti pensare che tra il 1980 e il 2000 il loro sostegno era cresciuto solo dell’1%. Negli ultimi dieci anni, invece, è praticamente raddoppiato. Il vero salto è iniziato dopo il 2009: «La crisi economica e quella dei rifugiati – sottolinea il report – hanno aiutato questi movimenti a guadagnare il “momentum”».

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Il voto anti-establishment in Europa (La Stampa, 20 luglio 2017)


Spiega il rapporto che dal 1980 è in tumultuosa crescita il voto dei nazionalisti di destra, ma si registra anche un certo ritorno della sinistra radicale che aveva perso molti dei suoi voti tra 2008 e 2012.

La sinistra radicale nel 1980 era al 10%, poi il declino che l’ha portata al minimo storico del 3,7% nel 2010. Negli ultimi sette anni, però, il trend è in salita: ora vale il 6.3%. Grecia, Cipro e Spagna sono gli Stati in cui è più forte, tre Paesi fortemente colpiti dalla crisi economica. Totalmente diverso il trend dell’estrema destra, che nel 1982 valeva l’1% a livello europeo e oggi è oltre il 12%. Con punte del 64-65% in alcuni Paesi post-sovietici come Polonia e Ungheria, dove le svolte autoritarie dei rispettivi governi stanno diventando un problema europeo.

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La crescita dell’estrema destra e dell’estrema sinistra (La Stampa, 20 luglio 2017)

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