Polizia, la circolare sull’uso dei social network

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-26

I poliziotti devono usare “massimo equilibrio, cautela e attenzione” nella partecipazione a forum sul web, non rivelare informazioni sulle attività di servizio e tenere anche on line un “comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle libertà fondamentali, della dignità della persona e di non discriminazione”, scrive il capo della polizia

article-post

I poliziotti devono usare “massimo equilibrio, cautela e attenzione” nella partecipazione a forum sul web, non rivelare informazioni sulle attività di servizio e tenere anche on line un “comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle libertà fondamentali, della dignità della persona e di non discriminazione”. Lo scrive il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in una circolare sull’utilizzo dei “social network e applicazioni di messaggistica” da parte degli operatori della Polizia di Stato.

La circolare sull’uso dei social network

Gabrielli spiega che recentemente si sono registrati episodi in cui poliziotti sui social o whatsapp “si sono resi autori di esternazioni, spesso accompagnate da video, audio e foto, dal contenuto inappropriato e, in taluni casi, con profili di natura penale e/o disciplinare”. Ma l’attività di polizia “impone il massimo riserbo su argomenti o notizie la cui divulgazione potrebbe recare pregiudizio alla sicurezza dello Stato, oltre che alla propria e a quella dei colleghi” E’ dunque richiesto a chi porta la divisa, indica la circolare, “un comportamento ineccepibile ed esemplare anche nella partecipazione a discussioni sui social forum on line”. Inoltre, ricorda, gli strumenti social “non garantiscono la riservatezza della comunicazione e la possibilità di limitare con sicurezza i destinatari del messaggio”. Postare testi, immagini o video su attività di servizio comporta “seri rischi”.

foto natale hjorth bendato carabiniere 3

Il poliziotto può “ben esprimere opinioni, ma sempre ponderando oculatamente tempi, modi e caratteri delle proprie esternazioni in modo da tenere un comportamento improntato a correttezza, imparzialità e cortesia”. Il documento definisce “inopportuna” anche la pubblicazione di “proprie foto in divisa o di altri elementi chiaramente distintivi (ad esempio l’arma di servizio), con l’indicazione della proprie generalità, del luogo di residenza o di servizio”. Anche in assenza di rilevanza penale ciò potrebbero infatti prestarsi “a usi distorti o impropri” con conseguenti rischi per la sicurezza di colleghi e familiari.

La reazione dei sindacati di polizia

Daniele Tissone, segretario del Silp Cgil, ironizza: “certamente col precedente ministro dell’Interno sarebbe stato quantomeno curioso invitare i lavoratori in divisa a una maggiore prudenza nell’utilizzo dei social e dei servizi di messaggistica”. Tissone aveva denunciato le dimenticanze del ministro Salvini a proposito degli straordinari della polizia. Mimmo Lacquaniti, portavoce dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, giudica “necessaria una forte consapevolezza circa i rischi di esternazioni personali che, fatte da rappresentanti dello Stato, rischiano di offrire interpretazioni distorte che coinvolgono l’Istituzione”.

Leggi anche: Perché la Lega ce l’ha con il capo della polizia Franco Gabrielli

Potrebbe interessarti anche