Pillon ha preso malissimo la letterina di Luciana Littizzetto sul ddl Zan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-19

Il senatore (quasi influencer, ormai) ha replicato a quanto detto ieri sera a Che Tempo che Fa con un post Facebook

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Puntuale come un orologio svizzero, Simone Pillon ha dedicato un post Facebook a Luciana Littizzetto che domenica sera, a Che Tempo che Fa (su Rai3), ha letto una “letterina” rivolta all’ostracismo del senatore della Lega – ma anche al suo partito e a Fratelli d’Italia che si oppongono alla calendarizzazione e all’approvazione al Senato della legge contro l’omotransfobia che ha già passato l’esame della Camera dei deputati -, mettendone in evidenza le narrazioni (ideologiche ed errate) fatte per denigrare il testo del ddl Zan. E, come già accaduto in passato, non l’ha presa benissimo.

Pillon risponde, piccato, alla “letterina” di Luciana Littizzetto

Già l’incipit fa capire bene quanto Luciana Littizzetto abbia centrato molti punti:

“Mia cara Lucianina, Lucy, gambino di sedano, ti posso fare una domandina? Ma tu hai letto il codice penale? E il ddl Zan, lo hai letto? o leggi solo le veline che ti passa il PD?”.+

Poi il senatore della Lega prosegue:

“Il ddl Zan dice che donna non è la persona con i cromosomi xx, ma anche un maschio che si sente donna. E a lui spettano quote rosa, gare sportive femminili, diritti delle donne. Il ddl Zan dice che sarà punita la semplice istigazione alla discriminazione contro i diritti LGBTQ+, e siccome tra i diritti pretesi ci sono il matrimonio e i figli, chiunque farà propaganda contro il matrimonio gay o l’utero in affitto si beccherà da 2 a 6 anni di reclusione. Il ddl Zan dice che, con la scusa della ‘giornata nazionale contro omofobia, bifobia, lesbofobia e transfobia’ bisogna insegnare ai bambini fin dai 3 anni, l’ideologia gender”.

Ma la realtà dice ben altro, come si può leggere nel testo ufficiale del ddl approvato dalla Camera dei deputati nel novembre dello scorso anno e in attesa di calendarizzazione e approvazione in Senato. Inoltre, qui abbiamo già smentito molte delle bufale sovraniste che hanno accompagnato la narrazione sovranista nel corso degli scorsi mesi.

Non sono omofobo, ma…

Insomma, Pillon si cela – ancora na volta – dietro quella frase troppo spesso diffusa: “Non sono omofobo, ma…”. Eppure si fa accompagnare da mere mistificazioni della realtà. Parla di veline del PD, ma il testo del ddl è chiaro e pubblico. Parla di percezione artefatta (ma forse è un flusso di auto-coscienza). Poi conclude, sempre rivolgendosi a Luciana Littizzetto (criticando anche il compenso che l’attrice riceve dalla Rai): “Noi, cara Luciana, rispettiamo tutti, e non vogliamo che ci siano alcuni più uguali di altri. Tu invece rispetti solo chi ti pare, e ti permetti di diffamarmi, dicendo che ho la testa vuota. Meriteresti una querela, ma il mio Maestro mi ha insegnato a non rispondere al male col male, perciò stai tranquilla, non sarai accusata di pillonfobia”.

 

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