Pillon pensa di aver capito tutto della sentenza della Consulta sul cognome dei figli

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-04-28

Il senatore della Lega, però, commette diversi errori nell’analisi della sentenza dalla Consulta

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Prima un commento a caldo in cui prova a fare ironia per tentare di evidenziare un controsenso. Poi una lunga analisi in cui prova a spiegare cosa ha capito della sentenza della Corte Costituzionale che ha etichettato come anti-costituzionale e discriminatorio l’articolo 262 del codice civile, che attribuisce automaticamente il cognome del padre ai figli. Ma, anche in questo caso, il senatore della Lega Simone Pillon non c’entra il bersaglio e va fuori tema non riuscendo a intercettare quali sono i paletti indicati dai giudici ermellini.

Pillon sui cognomi dei figli ha capito veramente poco

Mercoledì sera, qualche ora dopo la notizia arrivata dalla Consulta, Simone Pillon prova a fare ironia su Twitter tentando di evidenziare un “bug di sistema”. In realtà, quel suo riferimento al cognome materno che sarebbe il cognome di uno solo dei due genitori (il padre) e dei nonni della “madre” è esattamente quel concetto che la Corte Costituzionale ha deciso di scardinare. Quindi muovere una anti-tesi di questo tipo alla decisione dei giudici è un mero giochino propagandistico che viene smentito proprio da quella sentenza. Ma il senatore leghista, dopo aver riflettuto un’intera notte, ha deciso di pubblicare su Facebook un’analisi ancor più approfondita. Incappando in diversi errori. Questo il più marchiano:

“Aumenterà la confusione: il rischio di sudamericanizzazione dei nomi è concreto: due cognomi, che rischiano di diventare quattro, otto sedici trentadue col passare delle generazioni, a meno di introdurre variabili nella trasmissione di un solo cognome. A quel punto però saremmo daccapo: si trasmette al figlio solo il cognome paterno? e chi sceglie? e chi lo sente poi il nonno, che si trova il nipote che ha perso il suo cognome?”.

A parte il riferimento alla sudamericanizzazione (di cui non vi è traccia), Simone Pillon non centra il punto. Come abbiamo spiegato ieri, a poche ore dalla notizia arrivata dalla Corte Costituzionale, non vi sarà alcuna moltiplicazione esponenziale dei cognomi per i figli dei figli e nipoti. Seguendo il modello spagnolo, infatti, i figli delle coppie che decideranno di utilizzare il doppio cognome daranno “in dote” ai successivi figli (quindi alla futura generazione) solamente il primo cognome. Quindi ciascun cittadino avrà, al massimo, un doppio cognome. Nessun moltiplicatore all’infinito.

Nel suo post Facebook, Pillon, sbaglia ancora sotto diversi aspetti. Dice, tra le sue cinque contestazioni, che questa decisione della Consulta provocherà effetti nefasti sul concetto di “stirpe”.

“La famiglia e il legame di sangue si andrà via via sbiadendo fino a diventare irriconoscibile col passare delle generazioni, e ho la sensazione che qualcuno voglia usare la riforma per assestare il colpo di grazia alla già minata figura paterna”.

Ancora una volta, dunque, il pensiero del patriarcato – ovvero il ruolo predominante dell’uomo nella coppia – torna a essere costante. Anche nella contestazione alla sentenza della Consulta. Retaggi figli del passato che la Corte Costituzionale ha voluto abbattere. Perché entrambi i genitori devono avere gli stessi diritti.

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