C’è un giudice a Perugia anche per il figlio di due donne

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-23

La Corte di appello di Perugia mette la parola fine sul caso del piccolo Joan, che il Comune di Perugia si era rifiutato di riconoscere perché figlio di due donne, e ordina al sindaco della città, Andrea Romizi, di trascrivere immediatamente l’atto di nascita con entrambe le madri. E’ quanto riferisce Omphalos in merito alla …

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La Corte di appello di Perugia mette la parola fine sul caso del piccolo Joan, che il Comune di Perugia si era rifiutato di riconoscere perché figlio di due donne, e ordina al sindaco della città, Andrea Romizi, di trascrivere immediatamente l’atto di nascita con entrambe le madri. E’ quanto riferisce Omphalos in merito alla vicenda della mancata registrazione di un bimbo nato in Spagna da due mamme perugine grazie alla procreazione assistita. “La magistratura è dovuta intervenire ancora una volta in pochi mesi per tutelare i diritti fondamentali del piccolo Joan; diritti che il sindaco Romizi ha costantemente ignorato nel corso di tutta questa lunga vicenda”, commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti di Perugia; “la Corte di appello ha ritenuto infondato il ricorso presentato dal sindaco Romizi e dal ministro Salvini contro la precedente decisione del Tribunale arrivata lo scorso marzo. L’ordine del tribunale di trascrivere integralmente l’atto di nascita di Joan non è mai stato attuato dal Comune, che invece ha fatto ricorso in appello, perdendo ancora una volta”.

tribunale livorno bimbo due padri

A difendere Joan e le sue mamme durante il lungo iter giudiziario sono stati gli avvocati Vincenzo Miri e Martina Colomasi dell’associazione Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbt che commentano: “Siamo molto soddisfatti per il decreto, che ricostruisce con precisione un quadro giuridico della genitorialità a tutela di tutti i figli, senza che rilevi l’orientamento sessuale dei genitori e il modo in cui i bimbi vengono al mondo”. “Ci auguriamo – conclude il presidente Omphalos – che il sindaco Romizi abbia finalmente compreso che non esistono famiglie di serie A e famiglie di serie B”. “Il sindaco “riconosca i suoi errori, altrimenti farà bene a dimettersi”, osserva infine Bucaioni.

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