Il PD non è un partito per giovani?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-06-08

La Raggi prende il 27,1% dei suoi voti dagli studenti, Giachetti il 56,1% dai pensionati. Il partito di Renzi sotto in tutte le fasce d’età al voto prima dei 55 anni. Percentuali simili a Milano, Napoli e Torino

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Sono i giovani a garantire il maggior numero di voti per il MoVimento 5 Stelle. Tanto che in alcune città il Partito Democratico, battuto anche da Fratelli d’Italia nella percentuale di voti giovanili a Roma, riesce a sfondare soltanto nella fascia d’età degli ultracinquantacinquenni. La ricerca condotta da Antonio Noto per IPR Marketing e pubblicata oggi da Repubblica riepiloga il voto per fasce d’età : Virginia Raggi ha raccolto l’11% dei suoi consensi tra gli elettori con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni, la Meloni l’8,9% e Giachetti il 6,7%. Nella fascia successiva, 25-34 anni, la candidata 5 Stelle ha raccolto il 16,1% del suo bottino elettorale, contro il 14,2% di Fassina e il 9,2% di Giachetti. Un trend in linea con le scorse tornate elettorali ma che ora viene rinforzato dalle due fasce di “mezza età”: tra i 35 e i 44 anni la Raggi ha raccolto il 23,2% dei suoi voti, la Meloni il 21,3% e Giachetti il 14,1%.

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Il voto ai partiti per fasce d’età (La Repubblica, 8 giugno 2016)

Il PD non è un partito per giovani

La tendenza si rinforza al gradino successivo, quello dei 45-54 anni, dove l’aspirante sindaco pentastellata ha preso il 26,1% dei suoi voti, la Meloni il 27,4% e Giachetti il 19,7%. L’inversione di tendenza arriva salendo ancora di età, con il candidato del Pd che sbanca tra i 55-64 anni (23,3% contro il 15% della Raggi) e tra gli over 64 (27,1% a 8,5%). La Raggi prende il 27,1% dei suoi voti dagli studenti, Giachetti il 56,1% dai pensionati. Un andamento complessivo che, seppure con percentuali leggermente diverse, si ripete a Torino nello scontro tra Fassino e Chiara Appendino e a Milano, nonostante il pentastellato Gianluca Corrado sia rimasto fuori dal ballottaggio. Per questo, forse, a cantare vittoria, per i risultati già ottenuti, ci pensa invece il blog di Beppe Grillo: “Con 956.552 voti il M5s si afferma come la forza politica nazionale più votata alle amministrative. Al secondo posto, in via di estinzione, c’è il Pd con 953.674 voti, un risultato ben lontano da quello vaneggiato nel magico mondo di Renzie”. E proprio Beppe Grillo dà del “cialtrone” al segretario del Pd che nella sua analisi del voto aveva rivendicato di aver portato a casa quasi mille sindaci. Per il leader pentastellato, Renzi “l’ha sparata gigantesca, ha alterato un dato in maniera clamorosa e grottesca come fa con la disoccupazione”. Ma a frenare gli entusiasmi dei 5 Stelle ci pensa invece l’Istituto Cattaneo, citato a man bassa dagli esponenti Pd. Stando ai calcoli fatti dall’istituto, centrosinistra e centrodestra sono risultati in calo rispetto alle precedenti amministrative ma in crescita rispetto alle politiche del 2013, mentre i pentastellati sarebbero in calo rispetto al 2013. Lo stesso istituto ha inoltre notato che non è vero che il M5s riporta al voto gli astenuti: si ‘nutre’ ormai di elettori fedeli e, in alcune città, di transfughi del centrosinistra. Un fatto non irrilevante in vista del ballottaggio.

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