Il PD espelle due iscritti per la storia della mafia a Pomezia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-05

Il Partito Democratico della provincia di Roma ha annunciato su Facebook di aver espulso due iscritti, Fiorenzo D’Alessandri e Omero Schiumarini, a seguito delle notizie emerse relativamente all’operazione Equilibri condotta dalla Dda di Roma

article-post

Il Partito Democratico della provincia di Roma ha annunciato su Facebook di aver espulso due iscritti, Fiorenzo D’Alessandri e Omero Schiumarini, a seguito delle notizie emerse relativamente all’operazione Equilibri condotta dalla Dda di Roma. Secondo il PD dall’indagine “emergono comportamenti gravi e non compatibili con il codice etico” del partito.

pd d'alessandri schiumarini

Scrive Il Fatto Quotidiano che nel 2013 Omero Schiumarini, non indagato, aveva corso e perso per diventare sindaco Pomezia in una lista civica appoggiata dai dem.

Tra i Fragalà si autodefinisce “uno di casa“. Non risulta indagato, ma secondo i magistrati nel 2015 era “interlocutore privilegiato sin dal momento della detenzione domiciliare” del boss Alessandro, finito di nuovo in manette ieri perché ritenuto capo dell’associazione mafiosa.

Mentre quest’ultimo era costretto tra le mura domestiche Omero era andato a trovarlo almeno due volte, il 12 giugno e l’8 settembre, entrambe in compagnia di Astrid, che di Alessandro è figlia e che nel 2009 grazie al politico era diventata presidente di Confcommercio Roma Sud. “L’ho protetta come una sorella – racconta Schiumarini, un passato politico anche in Forza Italia – l’ho nominata presidente dei Commercianti”.

Secondo il racconto dell’inchiesta Fragalà aveva “catturato” anche D’Alessandri, non indagato:

La strategia è delineata: “Omero si deve mettere da parte – prosegue il patriarca – deve comandare lui però con la faccia di un altro (D’Alessandri, ndr), marcarlo stretto ci favorisce a noi“. Noi inteso come Fragalà. E il nome deve pesare: “A me interessa che lui (D’Alessandri, ndr) c’abbia un Fragalà là dentro, cioè mia figlia”. Perché in questo modo “chiunque va là, vede a mia figlia là dentro dice ‘è coperto’. Chiunque si avvicina a Fiorenzo (dice) ‘cazzo, ho visto Astrid là dentro, ma che ci sta Alessandro dentro?’”. Tradotto: con la presenza di Astrid nei suoi uffici, tutti avrebbero capito che l’ex consigliere comunale era passato sotto la protezione dei Fragalà.

Gli effetti della vicinanza con la famiglia del boss si facevano vedere in breve tempo: “Persone che manco mi guardavano in faccia, che ora salutano, che vanno verso mia moglie a salutare”, confida D’Alessandri a Fragalà l’11 novembre 2015.

Leggi anche: La storia della morte di Noa Pothoven. E perché la Meloni dovrebbe tacere

Potrebbe interessarti anche