P.B.: il minorenne indagato per la Lanterna Azzurra di Corinaldo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-12-11

Lui si è difeso domenica mattina, mentre i carabinieri lo portavano via dalla  stanza 202 al primo piano del residence Avana, a Senigallia negando le accuse. I sospetti sull’impianto di aerazione

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È un ragazzo di diciassette anni e mezzo le cui iniziali sono P.B., è di origini sudamericane, ed è indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose, in relazione ai fatti della Lanterna Azzurra di Corinaldo. Ma lui si è difeso domenica mattina, mentre i carabinieri lo portavano via dalla  stanza 202 al primo piano del residence Avana, a Senigallia negando le accuse: non si trovava lì quella notte, non è lui la persona incappucciata ritratta nelle foto.

P.B.: l’indagato per la Lanterna Azzurra di Corinaldo

Con lui gli indagati sono in tutto otto: ci sono anche due fidanzati maggiorenni nella cui stanza, dove P.B. si era rifugiato, i militari hanno trovato due etti di cocaina ma l’avvocata che lo difende, Martina Zambelli, sostiene che si sia trovato nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. A chiamarlo in causa sono tre persone che dicono di averlo riconosciuto quella notte ma le testimonianze, avvisa la procura, sono generiche e per questo l’indagato è a piede libero e attualmente si trova con la madre in Romagna. Ha passato la serata con una ragazza, la sua fidanzata, che sarebbe pronta a testimoniare. Il titolare del residence racconta che i due fidanzati avevano preso in affitto la stanza un mese fa, pagando in contanti quasi 400 euro e dicendo che ne avevano bisogno perché la struttura sarebbe vicina al luogo di lavoro della ragazza, che fa la cameriera.

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Agli atti dell’inchiesta è stato acquisito un filmato in cui un ragazzo molto somigliante a lui, e con un berretto simile, è ripreso più o meno nelle stesse ore in un altro locale, il Miu J Adore a Marotta. Si trova a 22 minuti di distanza in macchina da Corinaldo. Le immagini, però, non sono chiarissime. Si sa che è stata ritrovata una bomboletta da 15 ml, ma potrebbe non essere la sola causa del panico. Secondo le testimonianze dei ragazzi che erano dentro, il gas si è diffuso molto in fretta e in maniera omogenea nella sala da ballo, come se “il raggio d’azione” fosse stato amplificato dall’impianto di areazione o da qualcos’altro.

Le indagini sulla discoteca di Corinaldo

E proprio sulla possibilità che il panico sia stato scatenato da altro si concentrano le indagini sulla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. Sotto accusa potrebbe finire l’impianto di areazione. Spiega oggi Francesco Grignetti sulla Stampa:

Prende sempre più corpo un’ipotesi alternativa e cioé che ci sia stato un malfunzionamento dell’impianto che produce fumo artificiale. Ne fa cenno il pm Lebboroni: «C’è stato uno spargimento molto diffuso, in larghezza e in altezza, di una sostanza urticante». Qualche ragazzo ha parlato anche di fumogeni, altri di ammoniaca. Anche le ipotesi di una gang di ladri è tutta da dimostrare: ci sono finora solo 2 ragazzi che hanno denunciato il furto di collanine. «Ma è da capire se il furto è stata la causa o non l’effetto del panico».

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La foto del ragazzo indagato su Repubblica, 11 dicembre 2018

Indagati sono anche 3 gestori e 4 proprietari della discoteca, al momento di omicidio plurimo colposo. I reati ipotizzati potrebbero cambiare presto, e in peggio, perchè ogni passo dell’inchiesta fa scoprire nuove falle nell’organizzazione.

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