Patrizio Cinque di nuovo all'attacco dei magistrati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-29

“Io a Bagheria ho tolto la gestione dei rifiuti alla mafia, però sono indagato: c’è qualcosa che non va: mandatemi in galera, al 41 bis, ma indagate chi ha mangiato con la mafia”. Così il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, in conferenza stampa nell’aula consiliare del municipio, assieme ai suoi legali dopo la revoca dell’obbligo …

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“Io a Bagheria ho tolto la gestione dei rifiuti alla mafia, però sono indagato: c’è qualcosa che non va: mandatemi in galera, al 41 bis, ma indagate chi ha mangiato con la mafia”. Così il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, in conferenza stampa nell’aula consiliare del municipio, assieme ai suoi legali dopo la revoca dell’obbligo di firma decisa dal gip ieri. “Non sono Kafka – ha detto Cinque – ma mi sembra che questo processo non si debba nemmeno celebrare, ancora non ho capito perché sono seduto qui. Al di là del rispetto che ho per i magistrati, devo fare emergere i vuoti in questa storia. C’è sempre stato un silenzio assordante su Bagheria quando i rifiuti erano in mano alla mafia, pure io sono in grado di individuare le persone facendomi un giro”.
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Cinque ha poi accusato i magistrati di aver usato le misure cautelari per dare risalto indagine: “Per dare risalto all’indagine della Procura di Termini Imerese, l’unico modo era quello di adottare misure cautelari, e così è stato. Tutto è stato servito su un piatto d’argento”. Cinque, dopo la notifica dell’obbligo di firma, revocato ieri dal gip, si era autosospeso dal M5s. “La Procura aveva chiesto i domiciliari per me come per tutti gli altri dipendenti comunali coinvolti e che oggi stanno ricevendo anche loro la revoca dell’obbligo di firma. Insomma, a 30 giorni dell’elezioni si era detto ‘arrestate tutta Bagheria’, una cosa incredibile. Oggi c’è un’ordinanza del gip che dice non solo ‘no’ all’arresto ma anche all’obbligo di firma e al divieto di dimora. Le indagini, iniziate nel 2015, vanno avanti ma è innegabile che quella misura cautelare è servita per gonfiare il caso mediaticamente”. Sulla pubblicazione delle intercettazioni: “Non leggo da anni i giornali per fortuna. Non so cosa è stato pubblicato in questi giorni, verificherò. Mi è stato, però, segnalato che qualcuno non ha usato neppure il condizionale per cui verrà querelato per calunnia, forse farò qualche soldino che userò per i poveri di Bagheria. Sono state messe due righe di telefonate senza contestualizzare. Due mezze telefonate quando ci sono tanti elementi e fatti concreti che sono stati ignorati”.

Leggi sull’argomento: Quello che non torna nelle risposte di Patrizio Cinque sulle case abusive di Bagheria

 

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