Partite IVA e fisco, cosa cambia con la manovra finanziaria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-24

Il governo Conte 2 ha mandato in soffitta qualsiasi progetto di estensione della flat tax al 15%. Oltretutto, dalla cancellazione del regime agevolato per i ricavi fra 65mila e 100mila euro il governo risparmierà 109 milioni nel 2020, 1,1 miliardi nel 2021 e 856 milioni nel 2022

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Il regime forfetario resterà per i lavoratori autonomi con ricavi fino a 65mila euro l’anno. Dopo i tanti annunci il governo ha fatto sapere che non dovrebbe esserci più l’obbligo del regime analitico sopra determinate soglie, ma non ha ancora dettagliato come coprirà l’intervento. Di sicuro, con la manovra verrà cancellata la prevista estensione, dal 2020, della flat tax al 15% per le partite Iva con ricavi tra 65mila e 100mila euro. Nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles il governo promette anche «un intervento per limitare gli abusi della cosiddetta flat tax per le partite Iva».

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La flat tax e le partite IVA (La Stampa, 20 ottobre 2019)

Ricorda oggi il Corriere che con la riforma decisa un anno fa dal governo Conte 1 si calcola che sia raddoppiato il numero di partite Iva che ha scelto il regime fiscale agevolato al 15%. Prima del 2019 esso si applicava ai professionisti con non più di 30mila euro di ricavi e ai commercianti con non più di 50mila. La legge di Bilancio 2019 alzò il tetto a 65mila euro per tutte le partite Iva e cancellò i vincoli precedenti: tetto alle spese per il personale (5mila euro) e per i beni strumentali (30mila euro). Inoltre,  con la riforma si applicano nuovi coefficienti per il calcolo dell’imponibile al quale applicare l’aliquota unica sostitutiva. Un consulente che ha fatturato 60mila euro, per esempio, abbatte del 22% il reddito e, dedotti i contributi, paga il 15% su un imponibile di 39.160 euro, cioè 5.874 euro. Per questo molte partite Iva hanno scelto la flat tax rispetto al regime ordinario dell’Irpef.

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La flat tax e le partite IVA (La Stampa, 20 ottobre 2019)

Ora il governo Conte 2 ha mandato in soffitta qualsiasi progetto di estensione della flat tax al 15%. Oltretutto, dalla cancellazione del regime agevolato per i ricavi fra 65mila e 100mila euro il governo risparmierà 109 milioni nel 2020, 1,1 miliardi nel 2021 e 856 milioni nel 2022 (dati della relazione tecnica alla legge di Bilancio 2019). All’Economia si erano messe a punto alcune misure per limitare l’accesso alla flat tax fino a 65mila euro, come l’introduzione del regime di contabilità analitica sopra certi ricavi (si ipotizzavano 30mila euro) e di alcuni tetti alle spese (personale, investimenti), come nel vecchio regime agevolato. Ma, dopo il fuoco di sbarramento dei 5 Stelle, Palazzo Chigi ha rinunciato alla stretta. Tranne quella sul cumulo: niente flat tax sui ricavi da partita Iva per i lavoratori dipendenti con più di 30mila euro di reddito.

Leggi anche: Tutte le microtasse della Legge di Bilancio 2020

 

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