Parlamentarie, la guerra delle spiate tra i candidati M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-19

Il Fatto racconta oggi di dossier e messaggi della “base” utilizzati per fare fuori alcuni dei candidati. Ma anche i delatori l’hanno pagata cara

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Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano spiega oggi ai tanti grillini che ci sono rimasti male perché, seguendo una tradizione consolidata, sono stati esclusi senza spiegazioni dalle Parlamentarie del MoVimento 5 Stelle, cosa è successo. Più o meno un terzo dei 15mila candidati annunciati è rimasto fuori e, racconta il quotidiano, la selezione all’ingresso non è finita qui. Anche perché un ruolo importante nella scelta dei candidati lo stanno avendo le segnalazioni degli attivisti e dei concorrenti:

I nomi stanno ancora venendo vagliati, per le ultime verifiche. E verranno svelati solo domenica, nel terzo e ultimo giorno del Villaggio Rousseau, raduno nazionale a Pescara dove si parlerà di programma di governo cifre,anche sulle coperture economiche. E comunque,secondo le nuove regole, Di Maio potrà rimuovere anche i candidati approvati dalle Parlamentarie, “fino al deposito delle list e” per le Politiche.
E così i dossier continuano a piovere. “Siamo stremati, c’è gente che segnala semplici multe”, rivela un parlamentare. Ma molti hanno giocato di anticipo, soffiando nelle orecchie della stampa locale, per accusare di cordate (vietatissime) e altri peccati gli avversari. Ed è successo in varie parti d’Italia.

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Fonte: Facebook

PER ESEMPIO a Civitavecchia, comune a 80 chilometri da Roma amministrato dal Movimento, dove la guerra tra gruppi incrociati ha già lasciato sul campo Andrea Palmieri, delegato all’attuazione del programma del sindaco Antonio Cozzolino, e il docente universitario Giuliano Gruner, ritiratosi con una lettera.
Mentre non si contano i casi in Sicilia, Puglia e Campania, le regioni con più autocandidature, “ma anche quelle dove abbiamo scremato di più” spiegano dal Movimento. Ma l’aria è pesante anche altrove, come spiega un iscritto lucano al Fatto:“Hanno tolto attivisti storici per un vaffanculo scritto su Facebook contro un avversario, e si tengono personaggi di dubbia moralità”.

La storia del vaffanculo che ha portato all’esclusione dalle candidature del partito del vaffanculo l’abbiamo raccontata ieri. Ma, aggiunge il Fatto, anche tra i delatori ci sono stati morti e feriti:

Restano le segnalazioni, copiose in particolare contro i collaboratori parlamentari: quanto mai invisi a tanti iscritti. “Ma abbiamo controllato con attenzione tutti i nomi, e anche diversi delatori hanno pagato dazio”assicura no. Intanto dal M5S celebrano numero dei partecipanti effettivi, 10mila, come rivelato ieri da Di Maio.

Leggi sull’argomento: La democrazia è violata se non candidano me: la protesta degli attivisti M5S esclusi dalle Parlamentarie

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