Breve storia triste: Gianluigi Paragone non entra in Consiglio Comunale, chiede il riconteggio e perde (male)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-19

Non solo Paragone non entra in consiglio comunale, non solo non c’è stato alcun complotto per non farlo entrare, ma addirittura i voti che ha preso sono molto meno di quelli che risultava dal primo spoglio

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Vi ricordate? Alle elezioni amministrative di Milano il senatore Gianluigi Paragone si era candidato come sindaco con la sua forza politica Italexit. Non solo non era riuscito nell’intento, ma aveva fallito anche l’obiettivo minimo di entrare in consiglio comunale. Con un risultato numerico che aveva il sapore di una beffa: il 2,99% dei consensi ottenuti gli avevano chiuso le porte del Consiglio Comunale di Milano. Per lo 0,01%. Paragone aveva chiesto il riconteggio. Diceva “a Milano ce l’hanno fregato”. Ecco come è andata a finire.

Breve storia triste: Gianluigi Paragone non entra in Consiglio Comunale, chiede il riconteggio e perde (male)

All’epoca il leader del movimento Italext ne era convinto: “Qualcuno non ha voglia di farmi entrare in consiglio comunale”, diceva, aggiungendo: “A Milano ce l’hanno fregato, non ho dubbi. Siamo al 2,99% quando siamo sempre stati sopra al 3 per tutta la notte e stranamente ci svegliamo così. E un po’ difficile pensare che lo scarto minimo tra il mio nome e la mia lista sia praticamente nullo, quando doveva essere il mio nome a trainare. Secondo me qualcuno non ha voglia di farmi entrare in consiglio comunale. Vediamo se è il caso di richiedere il riconteggio delle schede”. Paragone è passato dalle parole all’azione e ora il risultato del riconteggio è finalmente arrivato. Ma non è andata esattamente come pensava lui: infatti se prima del rinconteggio per arrivare a quel fatidico 3% gli mancavano 43 voti ora risulta che le schede mancanti sono ben 1.541. Non benissimo, come riporta Milano Today che spiega che un documento inviato dalla Prefettura di Milano al collegio del Tar chiamato ad esprimersi in merito al riconteggio ha evidenziato che “il numero riportato a pag. 97 del verbale delle operazioni elettorali dell’Ufficio elettorale centrale è frutto di errore materiale in quanto, dall’esame dello stesso verbale, si evince che, in realtà, il totale dei voti validi conseguiti dalle liste ‘Milano Paragone Sindaco’ e ‘Grande Nord’ non è pari a 14.376 ma a 12.878. Di conseguenza, l’estromissione delle suindicate liste è avvenuta per uno scarto di 1.541 voti validamente espressi e non per soli 43”. Insomma non solo Paragone non entra in consiglio comunale, non solo non c’è stato alcun complotto per non farlo entrare, ma addirittura i voti che ha preso sono molto meno di quelli che risultava dal primo spoglio.

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