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Paragone fuori per una virgola non ci sta e pensa al riconteggio: “A Milano ce l’hanno fregato”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-10-05
La breve storia triste di Gianluigi Paragone che rimane fuori dal Consiglio Comunale di Milano per uno 0,01% potrebbe presto rimanere triste ma non essere più tanto breve
La breve storia triste di Gianluigi Paragone che rimane fuori dal Consiglio Comunale di Milano per uno 0,01% potrebbe presto rimanere triste ma non essere più tanto breve. Infatti l’ormai ex candidato sindaco al capoluogo lombardo pensa che “qualcuno non ha voglia di farmi entrare in consiglio comunale”. E minaccia di chiedere il riconteggio.
Paragone fuori per una virgola non ci sta e pensa al riconteggio: “A Milano ce l’hanno fregato”
“A Milano ce l’hanno fregato, non ho dubbi. Siamo al 2,99% quando siamo sempre stati sopra al 3 per tutta la notte e stranamente ci svegliamo così. E un po’ difficile pensare che lo scarto minimo tra il mio nome e la mia lista sia praticamente nullo, quando doveva essere il mio nome a trainare. Secondo me qualcuno non ha voglia di farmi entrare in consiglio comunale. Vediamo se è il caso di richiedere il riconteggio delle schede”, ha spiegato il leader di Italexit ed ex M5S all’Adnkronos commentando il risultato poco brillante alle elezioni di Milano. Per la precisione i 14.366 voti conquistati da Paragone e certificati dal Viminale non sono stati sufficienti a fargli raggiungere il 3%, la fatidica soglia di sbarramento che come un Gandalf elettorale gli ha gridato “You shall not pass”. Al Consiglio Comunale di Milano ovviamente.
Ma l’ex conduttore de La Gabbia, nonché ex 5 Stellesi è consolato comparando il suo risultato con quello dei suoi vecchi compagni: “Ciò detto – ha proseguito – al debutto è un risultato importante, a Milano superiamo i 5 Stelle senza avere soldi, incarichi, l’appoggio dei giornali – continua – A questo risultato bisogna poi affiancare quello di Roma, dove alle suppletive abbiamo fatto il 4”. Sul consenso raccolto dai no-vax, soprattutto al nord, Paragone spiega: “Noi continuiamo la nostra battaglia contro lo strapotere delle multinazionali rispetto agli Stati. Dentro questa predicazione c’è quello che viene definito no-vax ma anche un mondo di gente che si è vaccinata ma non accetta l’illiberalità del greenpass”.