Paolo Berdini e il M5S «sensibile alle lobby»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-05

L’urbanista all’attacco della giunta pentastellata: è ancora molto arrabbiato per lo stadio della Roma e la vicenda che l’ha portato alle dimissioni

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“I 5 Stelle? Paurosi e sensibili alle lobby”. L’urbanista Paolo Berdini, ex assessore della Giunta pentastellata di Roma torna a parlare dopo le sue burrascose dimissioni. E lo fa in un’intervista pubblicata nel numero di maggio di Valori, mensile economico e finanziario promosso dalla Fondazione Banca Etica, in cui ripercorre la sua esperienza di governo della capitale d’Italia.

Paolo Berdini e il M5S «sensibile alle lobby»

“Sullo stadio della Roma i 5 Stelle e Virginia Raggi hanno fatto un’inversione a U rispetto alle posizioni nettamente contrarie all’opera espresse quando erano all’opposizione e hanno detto ‘sì’ a un progetto che soddisfa esclusivamente appetiti privati, in un’area a forte rischio idrogeologico nella quale anche un solo metro cubo di cemento è un errore”. Un duro atto d’accusa verso chi l’aveva chiamato in giunta “per attuare un programma cementificazione-zero” ma ha poi “cambiato progressivamente rotta”. Secondo Berdini, questa vicenda ha dimostrato come ai Cinque Stelle sia “mancata quella indispensabile cultura politica che può permettere di affrontare le sfide più difficili. Sullo stadio si sono spaventati di una eventuale richiesta di risarcimento da parte della Roma”. E sottolinea come sia un paradosso aver accettato il progetto stadio dopo aver rifiutato un’opera pubblica come sarebbero state i Giochi olimpici: “Con le Olimpiadi avrebbero potuto dimostrare all’Italia intera come si puo’ trasformare un grande appuntamento segnato spesso da sprechi e scandali in un’opportunità di rilancio della città. Ma non hanno accettato la sfida”.
paolo berdini dimissioni
Insieme all’intervista a Berdini, Valori pubblica un’inchiesta di Paolo Mondani, storica firma del programma di Rai3, Report, nella quale vengono ricostruiti gli intrecci economici che legano le società di Luca Parnasi, proprietario dell’area di Tor di Valle su cui dovrà sorgere il nuovo stadio, la proprietà americana della Roma calcio e Unicredit, banca della quale Parnasi è tra i grandi debitori. “Sono i debiti di Parsitalia e della Roma verso Unicredit ad aver guidato la scelta di Tor di Valle” scrive Mondani, secondo cui il gruppo bancario “mette insieme i due scassati debitori in modo che restituiscano almeno parte dei loro crediti e inventa lo stadio di Pallotta sui terreni di Parnasi”.

Leggi sull’argomento: Tutti i complotti che immagina Paolo Berdini sul Fatto

 

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