Le sanzioni ai senatori del pompino sono davvero troppo basse?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-10-06

A Paola Taverna non bastano cinque giorni di sospensione ai due senatori di ALA per gli insulti sessisti alla collega Lezzi. E se avessero fatto come hanno fatto con il pentastellato De Rosa?

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In seguito all’increscioso episodio che ha visto protagonista il senatore verdiniano Lucio Barani, che ha mimato una fellatio all’indirizzo della senatrice del MoVimento 5 Stelle Barbara Lezzi sono arrivate le sanzioni disciplinari. A Barani e al suo compagno di partito Vincenzo D’Anna sono stati comminati cinque giorni di sospensione. Un giorno di sospensione è stato dato anche al senatore pentastellato Alberto Airola. La decisione è stata presa  dal consiglio di presidenza di Palazzo Madama su proposta del presidente del Senato Pietro Grasso, ma non è piaciuta ai grillini, che sono partiti all’attacco denunciando che sono stati usati due pesi e due misure.
paola taverna d'anna barani
 

Quando i grillini occupavano i banchi del Governo

La cittadina-senatrice-portavoce Paola Taverna ricorda che qualche tempo fa i deputati del M5S vennero “puniti” con ben 606 giorni di espulsione dall’Aula di Montecitorio “solo per aver gridato Onestà”. Un’enormità per un gesto del genere in confronto ai miseri cinque giorni di “squalifica” per Barani e D’Anna. In realtà se andiamo a guardare i fatti le cose non stanno proprio così, perché i 606 giorni di sospensione sono la somma delle sanzioni individuali di ciascuno dei 62 deputati del MoVimento coinvolti nei disordini in Aula a maggio. Durante la discussione per l’approvazione del DDL di riforma costituzionale Boschi i deputati del MoVimento avevano interrotto numerose volte i lavori dell’Aula e ad un certo punto avevano occupato i banchi del Governo (come avevano già fatto qualche tempo prima). Il tutto, ovviamente, urlando O-NE-STAH!1 ma dire che le sanzioni sono state causate solo per aver gridato onestà è una rilettura della storia che i deputati pentastellati hanno iniziato a fare fin da subito. Ad esempio come ha fatto Manlio Di Stefano:

 

VIETATO OPPORSI AL DUCETTOIeri 62 Deputati della Repubblica, tra cui me, sono stati espulsi dal Parlamento italiano per…
Posted by Manlio Di Stefano – M5S on Thursday, 7 May 2015

Se poi dividete 606 per 62 otterrete una media di 9 giorni di espulsione (c’è chi ha preso di più e chi ha preso di meno naturalmente). Ma al di là dei conticini c’è una cosa che Paola Taverna sa e fa finta di non capire: la differenza tra il gesto vergognoso di Barani e quanto fatto dai pentastellati in quell’occasione. Non si possono paragonare le due cose e nemmeno le sanzioni, il post della Taverna ricorda molto cose come questa:
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Tutti gli insulti del MoVimento 5 stelle

Sarebbe un po’ come a dire che il gesto di Barani non dovrebbe essere punito alla luce del comportamento non troppo “onorevole” (ma ehi, loro sono cittadini-portavoce) di alcuni parlamentari a 5 Stelle. Quanti giorni di espulsione ha preso il cittadino-deputato-portavoce Massimo Felice De Rosa per aver detto in Commissione Pari Opportunità alla Camera «Voi donne del Pd siete qui perché siete brave solo a fare i pompini»? Qualcuno sulla piattaforma web del MoVimento ne propose addirittura l’espulsione dal MoVimento (ma i bravi ragazzi a 5 stelle dissero che alla fine era una ragazzata) ma non si ricordano particolari fremiti d’indignazione da parte di Taverna&co. Poi ci sarebbe la prova maschia del cittadino-onorevole-portavoce Samuele Segoni:

Oppure degli insulti rivolti al bersaglio preferito dei 5 Stelle: Laura Boldrini ad esempio il deputato-cittadino Diego De Lorenzis che dà della “cornuta” alla Presidente della Camera. Ma in più di un’occasione la Boldrini è stata accusata di essere “serva” del PD e di Renzi. Anche Grillo ha ceduto alla tentazione di attaccare la Boldrini, ad esempio quando ha dato la stura all’insulto generalizzato chiedendo al suo Popolo “che fareste in auto con la Boldrini?”. La risposta di Beppe non è dato di saperla ma sappiamo bene come finisce quando qualcuno è in auto con lui. Ma in fondo, perché i grillini dovrebbero indignarsi delle espulsioni, Beppe Grillo qualche tempo fa (quando vennero espulsi i deputati che avevano protestato per la “ghigliottina”) su Twitter le aveva paragonate a delle medaglie al valore.

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