La pallavolista di diciotto anni decapitata solo perché ai talebani non andava bene che facesse sport

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Si chiamava Mahjubin Hakimi ed è stata uccisa a inizio ottobre, ma i suoi genitori non avevano fatto trapelare la notizia per timori di ritorsioni

Stanno facendo della repressione femminile un loro mantra, come previsto e prevedibile. Le violenze talebane a Kabul e dintorni proseguono, anche se i media hanno spento i riflettori sulla situazione. L’ultima raccapricciante vicenda riguarda una giovanissima pallavolista afghana decapitata perché si era macchiata di una “colpa”: era appassionata di sport e voleva continuare ad allenarsi. Si chiamava Mahjubin Hakimi e aveva solamente 18 anni. È stata uccisa all’inizio di ottobre, ma la sua terribile storia è stata raccontata solamente nelle ultime ore perché i suoi genitori aveva paura di ritorsioni.



La pallavolista afghana decapitata dai talebani perché faceva sport

La giovanissima atleta giocava anche con la Nazionale juniores di pallavolo. Ma da quei frenetici giorni di metà agosto, quando i talebani hanno marciato verso Kabul per riprendere in mano il potere dopo 20 anni, la sua vita era cambiata. Quelle assurde regole restrittive che non stanno permettendo alle donne di svolgere molte attività quotidiane “riservate agli uomini” hanno ghettizzato anche Mahjubin Hakimi. Come racconta Giordano Stabile sul quotidiano La Stampa:

All’inizio di ottobre l’hanno scovata e le hanno mozzato la testa. Poi hanno minacciato i famigliari e intimato di non rivelare nulla.



Un muro di minacce e silenzio rotto solamente da una delle allenatrici della pallavolista afghana che, intervista dal quotidiano britannico The Independent ha fatto luce su quanto accaduto alla sua atleta (ma anche a molte altre giocatrici, di tantissime discipline). La donna, che ha parlato sotto lo pseudonimo di Suraya Afzali, ha raccontato di come i talebani – fin dal loro arrivo a Kabul “hanno cercato di identificare le atlete, in particolare quelle della nazionale di pallavolo che in passato hanno gareggiato in competizioni internazionali e sono apparse in tv”. Solo due componenti della squadra sono riuscite a fuggire. E Mahjubin Hakimi, fino al crollo del potere di Ghani e del ritorno talebano, giocava proprio nella capitale con la sua squadra: Kabul Municipality Volleyball Club. Prima del ritorno della violenza talebana che ha prima spento i suoi sogni e poi le ha tolto la vita.