Il Palermo in vendita e il rischio fallimento

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-09

Ieri Follieri ha mollato la trattativa per l’acquisizione perché Facile e i suoi volevano continuare a trattare con altri la cessione del Palermo. Spunta l’interesse di un fondo americano senza nome e di un’altra cordata guidata da Sagramola

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Raffaello Follieri si ritira dalla trattativa e abbandona l’idea di acquistare il Palermo.  Follieri aveva ceduto su tutte le richieste avanzate dalla controparte con in testa Fecile e Belli quando è saltato il banco proprio pochi minuti prima che venissero apposte le firme sul contratto di vendita della società rosanero.

 

Il Palermo, Zamparini e la trattativa saltata con Follieri

Una telefonata giunta al cellulare di Emanuele Facile ha fatto cambiare idea all’amministratore delegato del Palermo che, sostenendo di avere un’altra trattativa della quale sino a quel momento non aveva fatto menzione, ha chiesto di firmare il preliminare di vendita, ma senza concedere l’esclusiva al gruppo Follieri. In pratica, in attesa del passaggio delle azioni davanti al notaio previsto per lunedì alle 18, i proprietari del Palermo avrebbero potuto avere la possibilità di trattare ancora con altri soggetti.

Questo ha portato al fallimento della trattativa: avrebbe pagato 1,2 milioni di euro a Facile e soci che di fatto avrebbero fatto una bella plusvalenza dopo aver pagato il Palermo dieci euro e non avere immesso nemmeno un euro cash nelle casse della società. Follieri si era impegnato a versare entro giovedì 5 milioni per pagare stipendi e fornitori. Lo stesso finanziere aveva mostrato una evidenza di fondi per 23,8 milioni e si sarebbe inoltre accollato il debito di 22,8 di Alyssa e quello di 15 milioni per i procuratori. Un’operazione che alla fine sarebbe costata a Follieri 52 milioni e 750 mila euro.

Nel primo approccio avuto con Zamparini qualche mese fa  il finanziere pugliese presentò un capitale sotto forma di bond e non di denaro disponibile. Questo fece saltare la trattativa. Che intanto però riparte con un fondo americano dall’identità ancora segreta. Stanno trattando con Richardson e Treacy, ovvero proprio la parte che tre giorni fa annunciò l’abbandono della società per evidenti divergenze con Corrado Coen ed Emanuele Facile. Sull’identità dei nuovi acquirenti del gruppo statunitense filtra molto poco, quello che trapela è che sia un fondo made in Usa che ha un giro d’affari da oltre 20 miliardi di dollari.

 

Il Palermo in vendita ma non si sa a chi

Il Palermo ha fatto anche trapelare che c’è anche un piano C che riguarda l’ex amministratore delegato rosanero Rinaldo Sagramola. I 115 creditori e la data del 16 febbraio per pagare gli stipendi incombono come macigni per il futuro della società di viale del Fante che da ieri sera sembra essere ancora più nero. Qualche giorno fa Richardson si sfogò con il Giornale di Sicilia, dove si leggeva di un suo coinvolgimento nell’operazione “nel mese di dicembre come consulente del signor Corrado Coen, del signor Emanuele Facile e della sua squadra. Il mio gruppo di Global Futures Sport e io siamo stati incaricati di svolgere una due diligence per l’acquisizione della U.S. Città Di Palermo da parte di un gruppo di investitori, guidati dal signor Coen e dal signor Facile”. Da quel giorno, ha detto Richardson, non sono mai stati pagati.

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