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L’incredibile disfida dell’ospedale di Amatrice
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-12-28
Il commissario del governo scrive alla Germania per fermare la ricostruzione del Grifoni già a gara per la Regione Lazio. Zingaretti replica: “Il governo ha bloccato i fondi per i lavoratori e per le demolizioni”
C’era una volta l’Ospedale Grifoni di Amatrice, scomparso dopo il terremoto. E c’erano una volta (e purtroppo ci sono ancora) istituzioni che litigano sulla ricostruzione dell’ospedale secondo un plot che sembra scritto per un film premio Oscar e che vede in scena nientemeno che Angela Merkel, Nicola Zingaretti, Sergio Pirozzi e il nuovo commissario alla ricostruzione voluto dal governo Conte Piero Farabollini.
L’incredibile disfida dell’ospedale di Amatrice
La storia comincia quando il governo guidato dalla Cancelliera dona sei milioni di euro (su un totale di 15,4) per la ricostruzione dell’ospedale: l’accordo viene sottoscritto a Berlino dove si presenta l’allora sindaco di Amatrice Pirozzi e regala alla cancelliera «i simboli del nostro paese: la felpa dell’appartenenza, gli scarponi di chi non si arrende e la Medaglia della Rinascita». Lei, con una battuta, gli risponde: «La Germania è grata ad Amatrice per l’amatriciana». Si mette così in moto il meccanismo che porta alla gara della Regione Lazio per la ricostruzione dell’ospedale. Ma con un dettaglio. La Regione sceglie come area della ricostruzione la vecchia zona in cui si trovava il Grifoni, ma 200 metri più in alto. E questo a poco a poco diventa un problema.
Perché nel frattempo i sindaci dei paesi vicini dicono che è meglio costruirlo sulla Salaria, visto che dovrà servire un’area vasta che riguarda tutta la zona. Antonio Putini, presidente del Comitato 3e36, al Messaggero spiega: «Noi abbiamo da tempo presentato un serio progetto di rilancio e raccolto 450 firme di residenti con le quali abbiamo chiesto e chiediamo una condivisione sul futuro e sul posizionamento della struttura e del modo in cui si è arrivati a decidere di ricostruirla lì dov’è». Un altro problema che viene segnalato è che ricostruirlo nello stesso luogo potrebbe portare a un rischio di nuovo crollo. Ma la Regione, l’ex sindaco e l’attuale primo cittadino di Amatrice confermano l’ubicazione. Finché non entra in scena il commissario Farabollini.
L’ospedale di Amatrice e il commissario Farabollini
Farabollini vuole spostare l’ospedale a valle. Nei giorni scorsi al Fatto quotidiano sostiene che la decisione di ricostruirlo dov’era «ha fatto storcere il naso anche ai tedeschi e siccome l’Italia e la Germania finanziano il nosocomio al 99% ho chiesto ulteriori specifiche alla Regione». Al Messaggero il commissario ieri sera dice: «L’ambasciata ha chiesto specificatamente dove verrà realizzato perché ritiene più opportuno trovare una situazione più adeguata a un’intera comunità. Il governo tedesco ha chiesto certezze sulla realizzazione dell’opera». Ma i tedeschi smentiscono tutto: non hanno alcuna intenzione di mettere bocca su dove verrà fatta l’opera perché ciò compete alle autorità italiane.
E a questo punto scoppia la polemica: Zingaretti accusa il commissario del governo di boicottare la ricostruzione e sostiene che siano stati bloccati i fondi per gli stipendi dei dipendenti dell’ufficio per la ricostruzione e quelli per la rimozione delle macerie: dice che la Regione sta anticipando i soldi che dovrebbe mettere lo Stato. Poi, nello specifico dell’ospedale: “Le gare di appalto sull’ospedale di Amatrice stanno andando avanti. E’ vero che c’è stata una lettera incomprensibile da parte del commissario alla ricostruzione, ma i lavori per la gara vanno avanti. Ho scritto anche una lettera all’ambasciata tedesca per rassicurare che non c’è nessun ritardo”. Sarà. Il 16 gennaio scade la gara per l’appalto per la ricostruzione dell’ospedale. Davvero una querelle folle riuscirà a bloccare tutto?
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