Il ministro Gobbi dà una lezione a Sgarbi: “In Svizzera i deputati non hanno auto blu e le regole valgono per tutti”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-11

Sull’episodio è tornato Norman Gobbi, responsabile del ministero di Giustizia e Polizia del Canton Ticino

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Ha fatto molto discutere la vicenda che ha visto per protagonista il critico d’arte (e politico) Vittorio Sgarbi, multato al confine tra Italia e Svizzera “per abuso di luci blu prioritarie”: mentre era alla guida, infatti, il suo autista avrebbe azionato la luce lampeggiante dell’auto per superare una colonna di macchine ferme a causa del traffico intenso. L’episodio, confermato pure dalle autorità del luogo, è stato commentato  da Norman Gobbi, responsabile del ministero di Giustizia e Polizia del Canton Ticino.

Il ministro, esprimendosi sul video di protesta pubblicato da Sgarbi dopo l’episodio della multa (e subito cancellato), ha scritto martedì scorso su Facebook: “Le regole sono regole, per tutti. Questa è la Svizzera e il Canton Ticino signor Sgarbi, dove i deputati non hanno ‘auto blu’ e men che meno dotate di lampeggianti prioritari, privilegio concesso solo agli enti di pronto intervento che sono – loro e non Ella – al servizio della comunità tutta. L’educazione è anche saper ammettere quando si sbaglia, senza giudicare ingiustamente un Paese, che, per fortuna, funziona. Buon tutto”. Poi, raggiunto da Repubblica, Gobbi ha aggiunto: “Diciamo che verso i miei uomini entrambi non si sono comportati molto bene”.

Vittorio Sgarbi multato al confine: cosa era successo

La contestazione era partita da alcuni automobilisti, che avevano notato l’auto di Vittorio Sgarbi superare quelle in fila per il traffico e avevano segnalato il numero di targa alla Polizia. A quel punto, quando l’auto del critico d’arte aveva raggiunto il confine di Chiasso-Brogeda, la Polizia svizzera l’aveva fermata e gli aveva contestato la violazione del codice della strada.

La multa di 500 franchi, pagata subito da Sgarbi, era in realtà una cauzione: le autorità cantonali dovranno adesso calcolare l’esatto ammontare della sanzione. La vicenda aveva fatto inalberare (e non poco) il politico e critico d’arte, che nel video poi cancellato l’aveva così commentata: “Mai più Svizzera, mai più Ticino. Si può stare nella vita senza andare in Svizzera. Mi dispiace per il mio amico Mario Botta”. D’altronde, si sa, pagare quando non si rispettano le regole non è sempre così semplice da digerire.

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