Dopo aver affermato che “da una coppia omosessuale difficilmente nasce qualcosa”, il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Nicola Finco – in quota Lega – si è difeso dagli attacchi che gli sono piovuti addosso pensando di buttarla in caciara: “Capisco che in un clima elettorale si voglia sollevare a tutti i costi la polemica, era una frase detta per smorzare le polemiche e ricondurre la discussione sul tema all’ordine del giorno, vale a dire il programma triennale per la famiglia – ha spiegato l’esponente locale della Lega – si parlava di natalità, e dal puro senso biologico da una coppia omosessuale non può nascere un figlio”.
Se l’affermazione è omofoba non è colpa di chi l’ha pronunciata, quindi, ma di chi glielo fa notare per “fare polemica”. Il contesto è la discussione del programma triennale per le politiche per la famiglia: Finco ha cavalcato – in pieno stile leghista – il sentimento di intolleranza verso le coppie Lgbt+, ed è stato attaccato dalla consigliera Elena Ostanel, di Veneto che Vogliamo: “Sono parole inaccettabili soprattutto da chi dovrebbe aver il ruolo di presiedere il consiglio in maniera super partes. Oggi in consiglio passava il programma degli interventi a favore della famiglia. Più volte però ho ribadito come sia necessario parlare di famiglie, al plurale”.
Ma “oggi il presidente Finco, richiamando un intervento di minoranza, si è lasciato andare alle più becere affermazioni. Un comportamento e un’uscita inaccettabile”. “Non sono responsabile per quanto capito dalla collega – ha replicato il leghista – e non ho mai criticato le diverse forme di affettività. La mia era una semplice constatazione oggettiva e biologica per ricordare ai colleghi che non si stava affrontando quell’argomento. Se poi si vuole vedere il male ovunque, la malizia è nelle orecchie di chi ascolta”.
(immagine di copertina: post Facebook Nicola Finco)