Per Nardella ci sono troppi immigrati nelle case popolari a Firenze

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-03-03

A Firenze “tra emergenza sfratti, graduatorie dell’emergenza sociale e regole per la graduatoria ordinaria degli alloggi popolari finiamo per avere un terzo di italiani e due terzi di immigrati: questo non funziona, lo dico da politico di sinistra, questo significa trasformare i nostri complessi immobiliari in ghetti. Le regole della legge regionale toscana sono destinate …

article-post

A Firenze “tra emergenza sfratti, graduatorie dell’emergenza sociale e regole per la graduatoria ordinaria degli alloggi popolari finiamo per avere un terzo di italiani e due terzi di immigrati: questo non funziona, lo dico da politico di sinistra, questo significa trasformare i nostri complessi immobiliari in ghetti. Le regole della legge regionale toscana sono destinate a creare tanti ghetti nelle nostre città. Il rischio è di andare in direzione modello banlieue parigine”: questo ha detto a Lady Radio dal sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha annunciato di voler “aprire immediatamente una vertenza con la Regione: abbiamo avuto problemi in un complesso, quello di via Toscanini, dove ci sono troppi immigrati – ha detto il sindaco – la legge regionale non ci mette in condizione di equilibrare il rapporto tra italiani e stranieri. Il vincolo di cinque anni di residenza in Italia è troppo poco, bisogna aumentarlo e la regione Toscana deve battere un colpo su questo, altrimenti trasformeremo i nostri alloggi Erp in ghetti. La ghettizzazione con palazzi di famiglie di immigrati non è una soluzione”.

“Non so – aggiunge il sindaco – quale sia la soglia (di residenza minima richiesta agli stranieri per avere un alloggio popolare) prevista dalla legge nazionale, ma credo che si possa arrivare a 10 anni. Vuoi avere un alloggio popolare? bene, devi essere residente in Italia da almeno 10 anni”. Il sindaco spiega anche di ritenere che “ci vuole un giro di vite anche sui controlli” e fa un esempio. “Famiglia rom, non mandi il figlio a scuola? – dice – devi essere punito. E tra le punizioni ti levo anche la casa. Qui non è questione di razzismo, è una questione di civiltà”.

Potrebbe interessarti anche