Municipio XII: il consigliere grillino in conflitto d'interessi si autosospende

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-03-30

Il grillino Massimo Di Camillo cede il posto al suo vice e attende il parere del segretariato generale del Campidoglio. In ballo un nido privato e quello comunale che deve ancora aprire

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Massimo Di Camillo, il presidente del consiglio del Municipio XII accusato di conflitto d’interessi perché azionista del nido Only Kids ma anche contrario all’apertura di un altro nido nella zona costato 1,2 milioni di euro e frutto di un accordo tra il Comune e il consorzio Solari («Nella zona abbiamo un altro asilo che attualmente non è occupato. Questo fa venire dei dubbi su facoltà o legittimità di aprire un nuovo asilo. Aspettiamo il nuovo bando e vediamo quante richieste ci saranno»), si è autosospeso. Lo racconta oggi Repubblica Roma:

A scatenare la battaglia di carte bollate tra Fratelli d’Italia e M5S è l’asilo in via Aquilanti, a Massimina: le sue aule sono chiuse ormai da un anno e mezzo. Secondo il centrodestra, non si tratterebbe di un caso: il presidente pentastellato — lo dimostrano visure e dichiarazioni post-elettorali — è in parte proprietario di Only Kids, nido del municipio XIII. «Una storia che ha il sapore di un bel conflitto d’interessi», secondo il capogruppo di FdI al Campidoglio Fabrizio Ghera.
Ieri, intanto, in municipio i consiglieri grillini hanno rinviato alla prossima settimana la discussione del caso. «Un’azione illegale — attaccano gli eletti di centrodestra Giovanni Picone, Marco Giudici e Francesca Grosseto — se il consiglio è convocato dal presidente, per noi incompatibile, siamo nella condizione paradossale che il controllore è nelle mani del controllato e può prendersi tutto il tempo che vuole. Aspettiamo Comune, Cantone e prefettura».
Intanto l’accusato si difende: «Sono uscito dall’aula — spiega Di Camillo — per un attacco meschino. Sono convinto della mia trasparenza. Se sarò in conflitto? Farò un passo indietro o venderò le quote del nido. Ma prima voglio vedere un parere terzo». Adesso, allora, si attende solo la decisione del segretario generale Pier Paolo Mileti.

massimo di camillo asilo nido
Della storia avevamo parlato qualche tempo fa:

I residenti sono sul piede di guerra: «Cosa aspettano che qualcuno entri e porti via le cose o distrugga l’edificio? Bisogna ridurre le liste d’attesa ed agevolare le politiche per le famiglie, non complicarle». E così la lista dei nidi e delle scuole fantasma si allunga. Succede sempre più spesso, e succede in periferia dove le liste d’attesa sono così lunghe da portare le famiglie all’esasperazione. «E alla fine andiamo ci rivolgiamo direttamente alle strutture private».

Fin qui sembra una classica storia romana, ma poi arriva il colpo di scena:

Ma la faccenda si complica, come si legge sulla situazione patrimoniale (in ottemperanza dell’art. 14 d.lgs 33/2013) del presidente Di Camillo, dove dichiara lui stesso di essere l’amministratore della RO.MA.Srl edi detenere il 50% delle quote della stessa società. E cioè per dirla in parole povere una società titolare di un asilo nido privato in convezione a poca distanza da quello comunale di via Aquilanti. Due strutture vicine con la competenza di due municipi. Più precisamente osservando la visura storica della società, si chiarisce che Di Camillo detiene a tutt’oggi ancora il 50% delle quote, ma dal 3 ottobre 2016 non è più l’amministratore di questa società.

Leggi sull’argomento: XII Municipio: il nido che non apre e il consigliere grillino in conflitto d’interessi

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