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Stelle cadenti al Municipio XI: la mozione di sfiducia per Torelli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-21

Ad altissimo rischio caduta il terzo minisindaco del MoVimento 5 Stelle, dopo l’addio volontario ma obbligato di Paolo Pace e quello della Capoccioni

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Come per il III Municipio che ha mandato a casa Roberta Capoccioni, la mozione di sfiducia per Mario Torelli all’XI Municipio ha raggiunto il numero di firme necessario per la convocazione. E ora ad altissimo rischio caduta c’è il terzo minisindaco del MoVimento 5 Stelle, dopo l’addio volontario ma obbligato di Paolo Pace e quello della Capoccioni.

Stelle cadenti al Municipio XI: la mozione di sfiducia per Torelli

Nei giorni scorsi la consigliera municipale Francesca Sappia aveva lasciato ufficialmente la maggioranza segnalando “le scelte calate dall’alto, la mancanza di ascolto dei consiglieri, l’assenza sul territorio e con i cittadini” tra le ragioni del suo addio. Ieri la stessa Sappia su Facebook ha accusato Torelli di cercare accordi con le opposizioni per rimanere sulla poltrona e annunciato la sua firma sulla mozione, che adesso ha in teoria la maggioranza del consiglio:

Il M5S XI Municipio cerca ACCORDI con le opposizioni andando di fatto in contrasto con gli ideali del M5S nazionale.
Quanto sta accadendo in queste ore, oltre a confermare che non potevo prendere decisione più giusta, mi porta a constatare che il Municipio deve cadere senza se e senza ma: voterò a favore della mozione di sfiducia contro il Presidente Mario Torelli.

municipio XI mozione di sfiducia mario torelli 1

Ora il dado è tratto e per Torelli comincia il conto alla rovescia. Al III e all’VIII il M5S ha perso le elezioni finendo fuori dal ballottaggio dopo aver governato quei territori: ad imporsi sono stati candidati del Partito Democratico che si erano proposti in contrapposizione con quella che allora era la linea del partito (uno, Giovanni Caudo, era stato assessore di Marino e solo per questo, nel PD, c’era chi voleva ostacolare la sua corsa nonostante la competenza e le capacità dimostrate). Il suicidio assistito della politica romana prosegue.

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