È morto il linguista Luca Serianni, investito tre giorni fa mentre attraversava sulle strisce pedonali a Ostia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-21

L’autorevole linguista italiano Luca Serianni è morto dopo tre giorni di coma: il 18 luglio era stato investito sulle strisce pedonali a Ostia

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Dopo tre giorni trascorsi in stato di coma all’Ospedale San Camillo di Roma è morto oggi il professor Luca Serianni, 74 anni, celebre linguista rimasto coinvolto in un incidente il 18 luglio: a Ostia un’auto lo ha investito mentre attraversava sulle strisce pedonali. La famiglia ha comunicato il suo decesso, avvenuto in mattinata, ringraziando “tutti coloro che in questi giorni hanno manifestato il loro affetto” ed esprimendo “la loro personale gratitudine al personale sanitario dell’Ospedale San Camillo di Roma”.

È morto il linguista Luca Serianni, investito tre giorni fa mentre attraversava sulle strisce pedonali a Ostia

Serianni stava attraversando la strada all’incrocio fra via Isole del Capo Verde e via dei Velieri: erano le 7.30 del mattino e una donna di 52 anni a bordo di una Toyota Yaris l’ha investito in pieno. La guidatrice si è subito fermata per soccorrere il linguista, le cui condizioni erano apparse subito gravissime. Dopo un primo ricovero al Grassi di Ostia, è stato portato poi al San Camillo, dove si è spento questa mattina.

Luca Serianni è considerato uno dei più influenti studiosi della storia della lingua italiana. Vicepresidente della Società Dante Alighieri, socio dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia nazionale dei Lincei, ha collaborato alla scrittura del vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli. Viveva a Ostia da anni e lì lo scorso anno aveva tenuto tre lectio magistralis gratuite sulla Divina Commedia.

Nel 2015 ebbe una querelle a distanza con Matteo Salvini, che lamentava di essersi visto cancellare alcuni contenuti da Facebook per aver utilizzato la parola “zingari” difendendosi dietro la tesi “è una parola che utilizzava mia nonna”. “La nonna non c’entra – disse Serianni – Nel ‘69 Iva Zanicchi vinse Sanremo con Zingara, nel ‘71 Nada e Nicola Di Bari con Il cuore è uno zingaro. Ai tempi di sua nonna era diverso. Oggi non si pensa più alla vita libera ed errante, ma a qualcuno ai margini della società, che vive di furti o di elemosina. Può avere una connotazione negativa, è una forma che discrimina”.

 

(immagine di copertina: screenshot video Le Pillole della Dante – Youtube)

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