Minniti, Lopalco e «l’evidente correlazione tra immigrazione e COVID»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-26

Ieri l’ex ministro dell’Interno e laureato in epidemiologia all’Università della Strada, ha spiegato la profonda correlazione tra malattie e immigrati, già sottolineata dal collega Salvini. L’epidemiologo Pier Luigi Lo Palco però…

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Ieri l’ex ministro dell’Interno ed esponente del Partito Democratico (oltre che epidemiologo laureato all’università della strada) Marco Minniti in un’intervista al Foglio ha sostenuto che “c’è una evidente correlazione tra immigrazione e Covid” e negarlo porta solo a favorire Matteo Salvini. “Nel momento in cui tutte le popolazioni del mondo stanno discutendo di lockdown, di mascherine, di distanziamento sociale e insomma di come governare i contatti fisici tra le persone, è semplicemente irragionevole ritenere che tutto questo non abbia alcun rapporto con i flussi migratori”, afferma Minniti in un’intervista con Il Foglio. Aggiungendo che “se ci pensiamo bene i flussi migratori sono propri spostamenti e contatti tra le persone”.

Minniti, Lo Palco e «l’evidente correlazione tra immigrazione e COVID»

Sempre ieri PierLuigi Lopalco, che invece è epidemiologo ma non si è laureato all’università della strada ha invece spiegato che “i fattori che favoriscono la circolazione – da qualunque parte arrivi il virus – sono fattori locali”:

La circolazione del virus è asincrona, cioè l’intensità di circolazione varia a causa di tanti fattori nei diversi Paesi del mondo: la ripresa delle attività produttive, l’intensità locale dei contatti sociali, (forse) fattori climatici. Capita dunque che un Paese come l’Italia, che ha già subìto una prima ondata, debba prevenire l’aumento della circolazione virale e, soprattutto, evitare che l’aumento della circolazione virale faccia sviluppare una seconda ondata di casi clinicamente rilevanti. L’aumento della circolazione avviene sia per ripresa della attività virale autoctona pre-esistente, sia per importazione di casi da paesi ad elevata attività e conseguente circolazione autoctona. Tanta prudenza e non abbassare la guardia visto che il virus è fra noi, anche d’estate.

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Perché i fattori che favoriscono la circolazione – da qualunque parte arrivi il virus – SONO FATTORI LOCALI. E’ dunque su questi che dobbiamo concentrarci. Capiamo bene che il caso importato, soprattutto se l’importazione avviene da parte di poveri extracomunitari, faccia notizia. Capiamo anche che alcune forze politiche cavalchino questa tigre non avendo altri argomenti.

Ma è bene chiarire il concetto di base, che abbiamo ripetuto fino alla nausea, e cioè che i virus non conoscono confini e quindi le azioni di contenimento devono essere principalmente azioni locali. E poi i virus sono individui esigenti: se proprio devono viaggiare, preferiscono farlo in aereo in prima classe piuttosto che sui barconi.

Oggi poi Lopalco, per completare l’opera, ha anche pubblicato la lista dei lavori scientifici riguardanti malattie infettive ed immigrazione che lo vedono come coautore: “Di questo argomento io mi occupo dal lontano 1997. L’ultimo lavoro a cui ho collaborato con i colleghi dell’ECDC è stato pubblicato nel 2020. Ho cominciato a lavorare nei centri di accoglienza dei migranti – per studiare il rapporto fra migrazioni ed infezioni – quando ero ancora specializzando. Insomma, diciamo che un po’ di studio ed esperienza sul tema credo di averne fatto”.

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Certo, poi ci sono quelli che “cavalcano la tigre non avendo altri argomenti”, dice Lopalco. Tipo Salvini. O Minniti.

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