Michele Serra e il vero colore della pace | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-16

Nel suo monologo a “Che tempo che fa”, Michele Serra parla della guerra in Ucraina e del colore della pace, che per lui è il grigio: “È il colore della dialettica, è il colore del ragionamento, delle sfumature, è il colore del compromesso, della trattativa”

article-post

Nel suo monologo sulla guerra in Ucraina a Che tempo che fa, Michele Serra esordisce con una notizia per poi spingersi in una riflessione sulla polarizzazione che ha raggiunto il dibattito. “Il New York Times, il più importante giornale americano con il Washington Post – inizia Serra – ha vinto il premio Pulitzer, pochi giorni fa, con un reportage sui bombardamenti americani in Medio Oriente. Molti bersagli sbagliati, molti civili uccisi, distruzioni spropositate rispetto all’obiettivo dichiarato. Potrei usare questa notizia in due modi. Il primo modo è dire: vedete, anche le guerre degli americani fanno vittime innocenti. Le guerre sono tutte uguali e tutte ugualmente sbagliate. E in questo caso sarei arruolato tra gli amici di Putin. Oppure potrei usare questa stessa notizia per dire: vedete, l’America, a differenza della Russia, è un Paese libero. La libertà di stampa c’è per davvero, è un giornale americano che documenta le stragi delle guerre americane, e viene anche premiato. In questo secondo caso sarei arruolato tra i servi della Nato. Purtroppo funziona così”.

Michele Serra e il vero colore della pace | VIDEO

La notizia è la stessa, contiene entrambe le verità: “Che l’America usa con spregiudicatezza la sua potenza militare per comandare nel mondo. E che l’America è un paese libero, e la libertà di stampa, e di espressione, insomma la democrazia, è il vero grande valore che americani ed europei possono mettere in campo contro Putin. Che la democrazia, non per caso, la detesta”. Serra cita poi una recente intervista alla figlia di Anna Politkovskaja, giornalista uccisa per aver documentato gli orrori in Cecenia: “I russi non sono abituati a pensare”. “Noi per fortuna sì – aggiunge Serra – siamo abituati a pensare. Ma non sono sicuro che stiamo impiegando nel migliore dei modi questa facoltà così importante. La guerra rende bellicose anche le parole. O sei con noi, o sei contro di noi. O amico, o nemico. O bianco o nero. Ai primi dell’Ottocento il filosofo tedesco Hegel spiegò benissimo il grigio, così bene che è una delle pochissime cose di filosofia che ricordo dal mio liceo. Si chiama dialettica hegeliana: c’è una tesi, c’è una antitesi, e alla fine c’è una sintesi. E la sintesi, dice Hegel, è più forte di entrambe, perché le contiene entrambe. Il bianco è solo bianco, il nero è solo nero, il grigio è bianco e nero”.

“Il grigio non è una semplice somma – conclude il monologo – è un superamento della contrapposizione violenta. È il colore della dialettica, è il colore del ragionamento, delle sfumature, è il colore del compromesso, della trattativa, e dunque, alla fine, è il vero colore della pace. Bandiera bianca significa: mi arrendo. Bandiera grigia significa: parliamone da pari a pari. Stasera sventolo bandiera grigia”.

Potrebbe interessarti anche