Economia
Il dramma della metro a Roma: in tilt un giorno su tre
neXtQuotidiano 26/01/2019
ATAC continua a battere tutti i record di disservizio in ogni ambito. Ma non avevano detto che dopo il concordato era tutto a posto?
Sembra ieri che qualche politico profumatamente pagato dai cittadini si bullava su Facebook perché l’ATAC aveva chiuso un bilancio (semestrale) in attivo: era una conseguenza della nostra bravura nel gestire, dicevano, la cura del risanamento sta dando i primi risultati, dicevano. Si trattava di una sciocchezza, ovviamente, ma quel che è più grave è che nessuno di questi politici profumatamente pagati dai cittadini ha il coraggio di aprire bocca oggi che tutti possono apprezzare il valore dei risultati di ATAC.
Il dramma della metro a Roma: in tilt un giorno su tre
Uno di questi è quello raccontato oggi dal Corriere della Sera Roma: negli ultimi cento giorni per ventotto volte la metro a Roma è stata costretta a fermarsi. In tilt un giorno su tre, con tutto il corredo di disagi per i cittadini che pagano il biglietto e mantengono ATAC con la rinuncia ai crediti nei confronti dell’azienda decisa dal MoVimento 5 Stelle per far quadrare i conti del concordato a discapito dei cittadini romani.
A trasformare un servizio essenziale per una città enorme come la Capitale in disservizio, contribuisce di tutto: due scioperi (26 ottobre e 17 gennaio), numerosi guasti tecnici, crolli strutturali, due incidenti (i 24 russi feriti a Repubblica il 23 ottobre e, l’8 gennaio, una donna rimasta incastrata tra treno e banchina a Tiburtina), un tentato suicidio (28 ottobre, una signora si getta sotto il convoglio a Castro Pretorio), il maltempo (tra il 28 ottobre e il primo novembre stazioni allagate e alberi caduti sulla rete elettrica) e due falsi allarmi bomba (18 dicembre a Cinecittà e 19 gennaio a Battistini). Oppure semplici bravate come quella dello scorso 20 novembre,quando la B ha dovuto sospendere un’ora le corse perché a Piramide c’era un tipo che passeggiava sui binari impegnatissimo in una chiacchierata allo smartphone.
Ovviamente per gli scioperi e gli incidenti l’azienda non ha responsabilità. Per i guasti tecnici invece ce l’ha tutta, eppure nessuno in ATAC ha ancora avuto la sensibilità di scusarsi per l’incredibile mole di problemi che le vetture, alla faccia della manutenzione profumatamente pagata (sempre con i soldi dei cittadini romani). Non è un caso che da ottobre le stazioni di Barberini e Spagna chiudano e riaprano a intermittenza: l’ultimo stop registrato è di ieri mattina, e c’è voluta più di un’ora per rimettere in moto il meccanismo inceppato delle scale. Del resto, ieri, l’Atac segnalava scale e ascensori guasti in 32 stazioni su tutte e tre le linee della metro. E, laddove non esiste una scala alternativa, la stazione chiude e si scende a quella successiva, Spagna se Barberini è impraticabile.