Il Messaggero e il “business” nel palazzo occupato di via Santa Croce

di Mario Neri

Pubblicato il 2019-05-13

Il Messaggero, quotidiano di proprietà del noto filantropo Francesco Gaetano Caltagirone, oggi si occupa del “business” del palazzo occupato da Spin Time in via Santa Croce in Gerusalemme 55, “spiegando” che ci sono “alloggi a pagamento, discoteca e ristorante”. Tutto inizia nel giorno dell’occupazione: La proprietà, allertata, chiama la polizia. Ma quando arrivano le forze …

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Il Messaggero, quotidiano di proprietà del noto filantropo Francesco Gaetano Caltagirone, oggi si occupa del “business” del palazzo occupato da Spin Time in via Santa Croce in Gerusalemme 55, “spiegando” che ci sono “alloggi a pagamento, discoteca e ristorante”. Tutto inizia nel giorno dell’occupazione:

La proprietà, allertata, chiama la polizia. Ma quando arrivano le forze dell’ordine, davanti allo stabile ci sono già 200 potenziali inquilini abusivi, tra cui molte mamme e bambini. La Investire Sgr, che gestisce il Fondo Immobili Pubblici, vede così naufragare la trattativa per la vendita del palazzo: l’obiettivo era quello di realizzarvi un hotel, che avrebbe dato lavoro a 150 famiglie.

Quel 12 ottobre, così, si celebra il trionfo dell’illegalità mascherata da“emergenza abitativa”. Il numero di quanti approdano in via di Santa Croce in Gerusalemme, aumenta, anno dopo anno, fino ai 450 attuali, tra i quali molti stranieri: ognuno deve versare ad Action una quota di affitto.

santa croce in gerusalemme Konrad Krajewski

Il quotidiano che ha notato un ecomostro a Roma (lo stadio della Roma) ma non quelli costruiti dal suo editore ci spiega in che modo il satanico profitto (brrrr…) si è impossessato del palazzo che invece era stato destinato alla filantropia e al bene del mondo da Banca Finnat:

Ma il vero business non è quello del pizzo preteso da chi gestisce questo stabile, bensì “SpinTimeLabs”, che indica,originariamente, la costola “ludica” di questo fortino presidiato all’ingresso dalle vedette anti-polizia. Musica, birra, trattoria, falegnameria, persino cinema, ma, soprattutto, una discoteca (con ingresso in via Statilia).

Ogni weekend vengono organizzate serate con ingresso a pagamento: ci sono le feste delle scuole superiori,  dj set con artisti stranieri, tutti possono affittarsi (pagandola) una sala. I giovani a mano questa disco, perché l’alcol viene venduto a prezzi calmierati e perché il “fumo” si trova facilmente. I residenti, in compenso, sono esasperati: il venerdì e il sabato, la musica rimbomba in tutte le vie limitrofe, talvolta fino all’alba.

Leggi anche: Konrad Krajewski: l’elemosiniere del Papa che riattacca la corrente al palazzo occupato

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