Salvini ritira in ballo la storia degli “italiani chiusi in casa” e “i migranti a spasso”

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-03-09

Nel giorno del compleanno, il ritorno ai grandi tormentoni

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Come sta festeggiando Matteo Salvini il suo 48esimo compleanno? Rispondendo a domande della sua giornalista-amica Annalisa Chirico e riportando alla ribalta vecchi temi accantonati per qualche settimana nel doppiofondo del cassetto che accoglie l’adesione della Lega al governo di larghissime intese guidato da Mario Draghi. Tormentoni in voga fino a qualche tempo fa: dall’Europa (e la sua volontà di non aderire al PPE), alla campagna vaccinale. Fino ad arrivare al grande classico della comunicazione del Carroccio: i migranti.

Matteo Salvini riporta in auge il tormentone dei migranti

Quarantotto anni, oggi. Ed ecco che, per celebrare l’occasione, arriva il vecchio nuovo tormentone sottolineato toni e temi che ricordano quelli che accompagnano i tormentoni musicali estivi: “Sette immigrati in fuga dall’hotspot di Pozzallo, col rischio che siano positivi al Covid, ed ennesimo scandalo nel settore della finta accoglienza a Cassino con otto arresti e sequestri superiori al milione di euro. Intendo confrontarmi al più presto con il Presidente Draghi e il ministro Lamorgese per trovare soluzioni. L’Italia – soprattutto in pandemia e con molti cittadini costretti a casa – non può permettersi sbarchi a raffica, clandestini a spasso e illegalità”.

Gli italiani costretti in casa

Nulla di nuovo sul fronte leghista. Dopo aver abbandonato la pista migranti, tirandola fuori solamente in occasione dei suoi viaggi forzati in Sicilia per rispondere ai Magistrati, ecco il grande ritorno. Ora chiede un confronto con il Presidente del Consiglio Mario Draghi e anche con la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. E lo fa, capziosamente, tirando in ballo “gli italiani costretti in casa”. Ovviamente, come da tradizione – anche nel giorno del suo compleanno -, senza portare un dato a confermare la sua tesi. Il tutto mentre, nelle prossime ore, si attendono le decisioni per modificare l’ultimo dpcm. Esatto, proprio quello strumento normativo da sempre criticato. Ma, almeno fino a oggi, accettato nella sua ultima versione: ovviamente firmato dal “suo” Presidente del Consiglio.

(foto di copertina: IPP/Fabio Cimaglia)

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