Matteo Salvini “convoca” gli italiani per il giorno del suo processo a Catania

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-08-05

“Affronterò il 3 ottobre a testa alta, col sorriso, e penso che tanti italiani mi accompagneranno a Catania. Penso che il 3 ottobre sarà una festa di libertà democrazia di orgoglio italiano. Invito già da oggi tutti gli italiani liberi, onesti e orgogliosi a esserci”, ha detto Salvini. E la dichiarazione è imbarazzante. Vediamo perché

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Tu chiamale se vuoi eversioni. O tentativi di intimidazione. Matteo Salvini annuncia che chiamerà a raccolta gli italiani il 3 ottobre, giorno in cui dovrebbe svolgersi l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell’ex ministro dell’Interno per la gestione nello sbarco di 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti, della Guardia Costiera italiana, da 27 luglio al 31 luglio 2019, quando giunse l’autorizzazione all’approdo nel porto di Augusta, nel Siracusano.

Matteo Salvini “convoca” gli italiani per il giorno del suo processo a Catania

“Affronterò il 3 ottobre a testa alta, col sorriso, e penso che tanti italiani mi accompagneranno a Catania. Penso che il 3 ottobre sarà una festa di libertà democrazia di orgoglio italiano. Invito già da oggi tutti gli italiani liberi, onesti e orgogliosi a esserci”, ha detto Salvini prima della visita al carcere di Marassi, a Genova. E la dichiarazione è già di per sé imbarazzante, perché “convocare” i suoi sostenitori in tribunale potrebbe dar luogo a problemi di ordine pubblico visto che si tratterebbe di una manifestazione non autorizzata. Ma soprattutto, presentarsi con i propri sostenitori nel giorno in cui si deve svolgere un’udienza, a parte la deriva sudamericana di una scelta del genere, potrebbe costituire un chiaro metodo di intimidazione nei confronti dei giudici e del pubblico ministero che deve sostenere l’accusa.

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Eppure era stato lo stesso Salvini ad appellarsi a Mattarella per avere un processo giusto e imparziale. All’epoca il presidente del tribunale di Catania Sarpietro gli aveva anche risposto: “Stia tranquillo il senatore Salvini, avrà un processo equo giusto e imparziale come tutti i cittadini. Né io né nessun giudice che si è occupato di questo fascicolo abbiamo nulla a che spartire con Palamara. E sono d’accordo con lui: quelle intercettazioni tra magistrati sono una vergogna”. “Non vedo l’ora che arrivi quella giornata, di solito i politici scappano dai processi”, ha concluso il Capitano. Lui no, lui si porta gli amici.

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