La bufala di Salvini sui 90mila clandestini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-26

Il numero è sbagliato. E intanto i rimpatri segnano il passo. Mentre gli accordi nessuno vuole firmarli. La promessa si è persa nella palude delle promesse non mantenute. Ma tanto i suoi elettori non ci arrivano

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Un paio di giorni fa il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha fornito a tutti la prova della sua volontà di coglionare l’elettorato sostenendo che in Italia ci sono “90mila clandestini” per non dover ammettere che non li sta rimpatriando, dopo aver detto per anni che ce n’erano cinquecento o seicentomila.

La bufala di Salvini sui 90mila clandestini

Ma la parte più divertente della vicenda è che la storia dei 90mila clandestini è anche una bufala. Alessandra Ziniti su Repubblica oggi ricorda cosa disse il ministro: «Gli altri possono giocare al lotto, ma i numeri aggiornati del ministero dell’Interno dicono questo». E poi spiega dov’è l’errore con l’ausilio di Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI che elabora i numeri del ministero dell’Interno:

 Il calcolo sui 90mila è sbagliato. Due errori macroscopici. Salvini stima il numero dal 2015 ma da fine 2013 e nel 2014 sono sbarcate più di 170mila persone. Non li considera? E poi in Italia non si arriva solo via mare. E i cosiddetti “visa overstayers” (quelli che restano nonostante il visto scaduto) dove sono? Quello che probabilmente voleva dire Salvini è che, dal 1 gennaio 2015 a oggi, delle persone sbarcate in Italia ne sono rimaste solo 90mila. Ma c’è tutto lo stock pregresso da prendere in considerazione».

E quelli che c’erano già, come certifica anche il rapporto della Fondazione Ismu firmato da Gian Carlo Blangiardo, demografo, oggi presidente dell’Istat in quota Lega? Nel 2015, prima dell’emergenza sbarchi, gli irregolari in Italia erano 404mila. Poi lievitati fino ai 500mila citati nel contratto di governo da rimandare a casa. E dove sarebbero finiti?

La matematica di Salvini

Secondo l’ISPI l’operazione matematica scelta da Salvini per il suo personalissimo conteggio è una semplice sottrazione: se ai 478mila sbarcati in Italia dal 2015 ad oggi si sottraggono i 269mila “dublinati” di ritorno e i 119mila regolari presenti nei centri di accoglienza, gli irregolari sono la differenza, appunto 90mila. Ma è un conto farlocco:

Cifra incredibile solo a considerare che 90mila sono, secondo l’Osservatorio nazionale politiche sociali, solo badanti e colf irregolari. E poi ci sono le migliaia di migranti che hanno perso lavoro e permesso di soggiorno o non se lo sono visto rinnovare, anche come effetto del decreto sicurezza che continua a moltiplicare il numero degli irregolari. Marzo è stato il mese record: 7.053 dinieghi a qualsiasi forma di permesso a fronte di 590 rimpatri hanno creato 6.463 nuovi irregolari. Sono oltre 51mila da quando Salvini è al Viminale e la stima dell’Ispi è che nel 2020 si supererà quota 700mila. Anche perché i rimpatri, in assenza di nuovi accordi con i paesi d’origine, segnano il passo.

Sono passati dieci mesi e Salvini non è riuscito a firmarne neanche uno. La missione in Africa preannunciata per marzo per siglare nuovi patti si è persa nella palude delle promesse non mantenute. Ma tanto i suoi elettori non ci arrivano.

Leggi anche: I “90mila clandestini” dimostrano che Salvini vi sta coglionando

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